29 aprile 2008

Napoli Comicon 2008


Beh, che dire. Un'edizione speciale e memorabile per il sottoscritto, e stando a quanto sento in giro, un'edizione bella e piacevole come sempre. Come sapranno i lettori più fedeli del bollettino di guerra, inizialmente non sarei manco dovuto partire. La necessità di discutere di persona alcuni progetti, e in seguito la notizia della nomination, mi hanno spinto a partire approfittando di un viaggio tutto sommato economico. Arrivo sabato mattina, direttamente in fiera, con il pard Claudio Stassi, e dopo un'importante chiacchierata chiarificatrice, faccio subito qualche giro e qualche acquisto (Black Kiss del maestro Chaykin il primo volume comprato). Mi assento per qualche ora a pranzo per andare a cercare l'ostello (ottimo, La Controra, in via Salvator Rosa) e al ritorno mi siedo allo stand Beccogiallo, e poco dopo arriva mastro Franz Ripoli (vedi foto sopra). Approfitto di un momento di pace per chiacchierare con i Becchi dei prossimi eventuali futuri progetti insieme, e con Max e Emanuele di Tunué sul numero 4 di Mono, purtroppo in ritardissimo. Prima della premiazione, vado in giro a scattare qualche foto.
Vado allo stand Planeta, dove troneggia il monumentale volume dedicato alla Morte di Superman.



Ci trovo anche Roberto Recchioni e Andrea Ciccarelli, chissà di che ridono...



Al Comicon quest'anno erano esposte alcune tavole tratte da Resistenze. C'erano anche quelle di Sergio, quelle mie e di Lelio e quelle di Claudio e Giovanni Di Gregorio.



Purtroppo non ho potuto vedere nessun'altra mostra, e mi spiace parecchio: quelle ospitate al piano di sopra, tra cui quelle di Mattotti e Micheluzzi, mi viene detto che sono fantastiche, ma pur rimandando l'occasione a domenica mattina, non ho avuto più il tempo di farci un salto.



Ne ho approfittato per incontrare e salutare alcuni amici e conoscenti, dal prof. Di Nocera a Pietro Di Gianpietro, da Gianfranco Giardina (con Roberta) e Emo Longobardi (foto sopra) a Nadia Rosso e Fabio Maglione (foto sotto). C'era anche la truppa di Comicus, da Gennaro Costanzo a Giulio Capriglione e Fausto "Zapman" Ruffolo, passando per gli storici Stefano Perullo e Daniele Mancino (che si sono passati il testimone su Mega), uno sfuggente Alessandro Bottero, tutta la ciurma Beccogiallo (con Giorgio Fratini, a cui ho fatto i complimenti per Sonno Elefante) e i soliti Claudio Calia, Emiliano Rabuiti, Alessandro Di Virgilio, Davide Pascutti, i due Luca (e complimentoni al Vanzella). E i giovanotti della Double Shot, che mi hanno regalato un bel cohiba fumato alla sera per festeggiare. Poi i paninari, come il maestro Franz Meo, il boss Andrea Rivi e il grande Stefano Munarini, ed è passato mio fratello Karlo con dolce metà. E accompagnato dalla sua dolce metà, Manu, anche il mio capo, sua eccellenza Alessio Danesi. E chissà quanta altra gente dimentico e quanti altri non ho proprio visto.



Dopo un po' io, Franz e Claudio andiamo a prendere posto nella sala della premiazione, insieme ad alcuni amici. C'era Giorgione Pontrelli (che poi in serata ci riserverà una dozzina di brindisi) e il grandissimo Daniele Caluri.



Giuro che non avevo idea di come sarebbe andata a finire. Franz aveva intuito qualcosa, io avevo capito male una dritta, e mano a mano che ci si avvicinava all'ultima categoria, meno ci credevo. Ed è per questo che sono rimasto autenticamente sconvolto quando la vittoria è stata annunciata (e grazie ai tanti amici ed estimatori in sala per avere fatto un'ottima claque) e sono salito sul palco con le gambe tremanti. Ed è per questo che non avevo idea di cosa dire (se non la certezza che Franz non avesse voglia di parlare in pubblico), quindi ho esordito con "non ho parole" quando Claudio Curcio e Luca Boschi mi hanno passato il microfono, e il figlio di Attilio Micheluzzi mi ha passato il premio. E mi sono corretto subito, spiegando che "non era una scusa per non dire nulla, perché in verità di cose da dire ne avevo parecchie". E in effetti ho sproloquiato a lungo (qui c'è qualche estratto dalle mie dichiarazioni) e ho dedicato il premio a Giorgio e Luciana Alpi.



Sinceramente il resto è tutto confuso... sapete quanto ci tenessi a questo Premio e quanta stima ho per l'organizzazione del Comicon. Ho abbracciato e ringraziato un mare di gente, ho stretto la mano con grande stima al maestro Ivo Milazzo, presidente di giuria, che già a Lucca si era complimentato con noi, sono stato intercettato da due giornalisti curiosi e poi di corsa allo stand per brindare e per i complimenti degli "intimi".



Inevitabile la tappa alla Pizzeria Vanvitelli nell'omonima piazza, con i ragazzi di Tunue' e di Beccogiallo e vari amici, tra brindisi, chiacchiere, pizze e cotillons. Degna conclusione di una splendida giornata dove il supporto degli amici e dei colleghi si è sentita ben oltre gli applausi. Quindi un grosso grazie va a tutti coloro che ci sono stati vicini, che ci hanno supportato e sopportato, che hanno promosso il nostro volume e che hanno creduto nel nostro intento di denuncia. E adesso basta che sto diventando diabetico.



Ps: La congiuntura economica internazionale, il terrorismo, l'euro, gli zingari e i rumeni ma sopratutto il buco nel bilancio lasciato dal precedente governo non ci permettono di mantenere fede agli impegni promossi in campagna elettorale. Ma promettiamo che al secondo mandato non mancheremo di mantenerli. Ma per Alitalia ci stiamo muovendo comunque, probabilmente sarà la Giochi Preziosi ad aquistarla.

25 aprile 2008

Mono Scimmie


Lo scimmione qui su apre la tavola che ho scritto per il quarto numero di Mono, che è stata magnificamente illustrata da Francesco Ripoli. Un divertissement, lo anticipo, giusto per fare vedere che sappiamo fare anche cose allegre noi due, eh. Per la cronaca, Mono #4 NON sarà disponibile a Napoli Comicon ma potrete trovarlo a Torino Comics. A breve qualche altra anteprima. E ora vado a farmi la valigia che domani mattina presto si parte e mi aspetta una giornata lunga...

24 aprile 2008

Se vinco io...

Vi ho già detto che sono in doppia nomination al premio Micheluzzi del Napoli Comicon, no? Per invogliarvi a unirvi a me nel mantra della vittoria, vi posso indicare cosa farò qualora dovessi vincere il premio da condividere ovviamente con i miei Brothers in arms (Ripoli, Tomasi, Calvaruso e Scalmani):

- Stabilizzazione di 150 precari a provincia.
- Abolizione delle province
- Abolizione dell'Ici sulla prima casa, solo se ne hai una seconda
- Decreto legge che vieta le minigonne a chi è sovrappeso
- Costruzione di una stata equestre con me a cavallo di un Grifone da esporre a Piazza del Popolo
- Tripoli agli italiani
- Gli italiani a Tripoli, in vacanza a giugno che c'è poca gente
- Un ministro alla Lega Nord, uno all'Mpa per il sud e uno all'Unione di Centro
- istituzione della 41 bis per chi parcheggia in doppia fila, con aggravante di reato di terrorismo per chi è munito di Suv
- Istituzione della giornata del fumetto, due volte al mese
- Acquisizione di Alitalia da parte di una cordata composta da un francese, un italiano, un tedesco e Pierino.
- Sostituzione delle spoglie mummificate di Padre Pio con quelle di Lenin.

Potrete unirvi al mantra offrendomi una birra allo stand Beccogiallo, dove mi troverete per la maggior parte del tempo al fianco di Claudio Stassi e Franz Ripoli nella giornata di sabato.

21 aprile 2008

Un gigante su una carrozzella

E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho incontrato Fulvio Sodano, e l'altro giorno mi sono ritrovato a pensare a lui: in effetti questi mesi di fuoco mi hanno fatto rimandare spesso l'occasione per andarlo a trovare. E credo che lo farò presto. Intanto, però, mi è tornato in mente che avevo promesso che il pezzo uscito su L'Isola Possibile - supplemento siculo del Manifesto, speriamo che duri! - con l'intervista che realizzai in una di quelle occasioni sarebbe apparso sul blog a tempo debito. Direi che ci siamo (tra l'altro è nella versione che ho spedito, senza la revisione, quindi aspettatevi qualche refuso qua e là).
Inoltre vi segnalo che nel numero di questo mese de L'Isola invece c'è un mio lungo pezzo su Mauro Rostagno, che fa il punto della situazione sulle ultime scoperte e offre una sintesi di tutta la vicenda. Credo possa essere utile a chi è incuriosito dalla figura dell'uomo che avrebbe potuto cambiare Trapani e che oggi è stato quasi del tutto dimenticato dalla città a cui si era tanto dedicato e per cui, forse, è stat ammazzato.



IL PREFETTO DEL POPOLO
INTERVISTA A FULVIO SODANO

“Sono stato allontanato perché non sono voluto stare al gioco del sistema di potere vigente, schierandomi dalla parte del popolo”. Fulvio Sodano è immobilizzato su una sedia a rotelle dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Ma nonostante la mancanza di autosufficienza, la lucidità, la forza e il coraggio del “Prefetto del popolo” non mancano di dimostrarsi, facendolo ergere come un gigante carismatico. Un uomo costretto a parlare tramite un computer, affiancato dalla moglie, altro esempio di coraggio e forza d’animo, ma che tramite le parole così difficili da esprimere vuole farsi giustizia. Dopo avere rappresentato il governo nella problematica provincia di Trapani dal dicembre 2000 al luglio 2003, la vicenda del suo trasferimento è balzata agli onori della cronaca dopo la struggente intervista rilasciata ad AnnoZero nell’ottobre 2006. Nel colloquio con il giornalista, Sodano aveva accusato l’allora sottosegretario agli Interni, il Senatore Antonio D’Alì (esponente di spicco di Forza Italia e oggi presidente della Provincia di Trapani) di averne ordinato il trasferimento per volontà della mafia locale. E oggi, a questa vicenda (approdata in Tribunale per una causa per diffamazione intentata da D’Alì) si è aggiunta una “guerra” con il sindaco di Trapani Girolamo Fazio (vedi box).

Eccellenza, quali sono i ricordi più belli della sua esperienza a Trapani?

“Il continuo rapporto con la gente comune e l’essere riuscito a riaffermare la presenza dello Stato nel territorio. Al riguardo le racconto un episodio che può sembrare banale ma che la dice lunga sul rapporto tra cittadini ed istituzioni e sul modo di approcciarsi di queste ultime. Il mio primo giorno di servizio a Trapani ho notato che fuori dal palazzo del governo non sventolava il tricolore, tra l’indifferenza generale. Pensi che la gente non sapeva dove si trovasse la prefettura. A mia moglie , che l’indomani mi era venuta a trovare e che invano aveva chiesto la strada ho dovuto dire di chiedere del palazzo della Provincia [a due passi dalla sede della prefettura, NdR]. Come inizio non era male.”

Che idea si è fatto della città e dei suoi abitanti?

“Quando ero a Trapani era una città spaccata a metà. C’erano quelli che comunque appartenevano a qualcuno cui era tutto dovuto e subito e gli altri, i paria, di cui nessuno si occupava.
La gente comune era tenuta in nessun conto. La città era poi inospitale nonostante la sua vocazione turistica. I turisti dovevano andare via dopo una breve visita. Un centro storico meraviglioso veniva tenuto nel degrado più assoluto. Insomma, c’era da rimboccarsi le maniche, di tentare di riavvicinare la gente alle istituzioni e creare progetti condivisi per determinare uno sviluppo confacente alle caratteristiche della città. Quello che non mancava era la presenza asfissiante della mafia. Mancava quasi del tutto la criminalità comune e la microcriminalità tanto che addirittura mi sono augurato qualche problema di ordine pubblico in più.”

Ma tra questa spaccatura, c’è una parte del mondo politico locale che si impegnava per fare la differenza?

“La politica era monopolio di qualcuno che faceva il buono e cattivo tempo.”

A destra come a sinistra?

“La sinistra era poco organizzata e non godeva della fiducia degli elettori. Di converso ho trovato molti sindaci ed amministratori locali che avevano a cuore la sorte delle loro comunità e con cui ho avuto oltre che fattiva collaborazione rapporti interpersonali molto intensi.”

Durante l’intervista ad Anno Zero, lei ha raccontato di essere stato “rimproverato” da D’Alì quando nel percorso della visita del presidente della Repubblica in città non ha incluso l’escursione alle Saline, di proprietà della famiglia del Senatore. Ma ci sono state altre occasioni di scontro prima?

“Sin dall’inizio D’Alì ha tentato di soggiogarmi psicologicamente. Appena nominato sottosegretario mi invitò a pranzo e tra il più e il meno mi disse che da lui dipendeva la nomina e il trasferimento del prefetto e del questore della città. Niente male come primo approccio.”

Aveva mai dato motivo a D’Alì per doversi esprimere in quel modo?

“Mi voleva solo avvisare, ma io non ci sono stato. Nella mia vita ho fatto un solo giuramento, a cui ho cercato di essere sempre fedele. Ho giurato fedeltà alla Repubblica. I miei veri datori di lavoro sono sempre stati i cittadini. Sa a Trapani come mi appellavano? Il “Prefetto del popolo”. E ne sono orgoglioso.”

Passiamo alla vicenda dei lavori al porto. Con gli arresti dell’inchiesta “Mafia e appalti” imprenditori, uomini delle istituzioni e politici sono finiti in manette per avere favorito o posseduto imprese in realtà nelle mani della mafia. Durante la selezione delle imprese da coinvolgere nei lavori al porto in vista dell’America’s Cup del 2005, lei ha sostenuto il coinvolgimento della Calcestruzzi Ericina. Si tratta di un’impresa che era stata affrancata pochi anni prima dal controllo del boss Virga e dei suoi figli e poi sotto la gestione dello Stato (nonostante il tentativo della mafia di rimpossessarsene grazie a un funzionario connivente). Secondo una dichiarazione del senatore, il suo appoggio alla Ericina “alterava il libero mercato”. Secondo lei, l’infiltrazione mafiosa nelle imprese di costruzioni e forniture, è ancora significativa?

“La dichiarazione di D’Alì si commenta da sola. Io volevo fare della Ericina l’emblema della lotta dello Stato contro Cosa Nostra. Ciò dava fastidio a molti.
Io spero che la recente ventata di legalità che ha pervaso le associazioni degli industriali serva anche al territorio del trapanese.”

Perché molti trapanesi si disinteressano alla sua vicenda? Ignoranza? Apatia? Disinteresse?

“È per la cultura a cui facevo riferimento prima. Molta gente ama il quieto vivere e non si schiera apertamente per la solita atavica concezione. Credo però che, anche se intimamente, molti comincino a capire. Io però non colpevolizzo la gente ma chi la vuole tenere nell’ignoranza.”

Suo malgrado, il suo impegno, la sua denuncia e la sua forza l’hanno resa un simbolo. Ne è consapevole?

“Tutto avrei voluto tranne che diventare un simbolo. Io sono consapevole di avere fatto solo il mio dovere e solo per quello non si può diventare simbolo. Io ho parlato non tanto per me ma per dare coraggio agli onesti. Certo poi individualmente mi inorgoglisce il fatto che molti giovani prendendomi ad esempio comincino a pretendere i loro diritti anche a costo di doversi inimicare i potenti di turno.”

Cosa si augura per il futuro?

“Che finalmente si volti pagina.”

Nota: Il senatore D’Alì ha scelto di non commentare, per non entrare in polemica con il prefetto, preferendo attendere l’esito della magistratura civile prima di esprimere ogni commento.


LA CITTADINANZA MANCATA

Nelle scorse settimane la vicenda umana di Fulvio Sodano è tornata ad animare le pagine dei giornali, a causa del dibattito sviluppatosi a Trapani in merito alla cittadinanza onoraria che avrebbe dovuto ricevere. Nella seduta del 23 dicembre 2005, infatti, il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità per conferire l’onorificenza all’ex prefetto come attestato di stima per il suo impegno nella lotta alla mafia. Ha destato critiche e perplessità la decisione del sindaco Fazio di non proseguire nella procedura. Fazio e Sodano hanno avuto un intenso scambio epistolare (finito in parte sui giornali) per discutere sul merito della scelta del primo. In una delle lettere, Sodano accusa Fazio di non avere voluto conferire l’onorificenza per “motivi di gratitudine verso D’Alì”. Per spiegarsi, l’ex prefetto afferma che “la discesa in politica di Fazio è avvenuta in un momento molto delicato per la città di Trapani in odore di scioglimento per mafia. La candidatura era stata voluta da D’Alì che così presentava l’homo novus della politica trapanese”. “A Sodano evidentemente piace utilizzare frasi forti per impressionare la gente – replica Fazio - ma non dà sostanza poi a quelle frasi. Di quali fatti illeciti mi accuserebbe? Di avere accettato la candidatura a sindaco che mi venne proposta dal sen. D’Alì, ma non solo da lui? E quale sarebbe il reato che avrei commesso? Per quello che mi riguarda, sono stato eletto per due volte dalla stragrande maggioranza dei cittadini trapanesi”. Tra gli elementi che hanno fatto esprimere perplessità, le motivazioni addotte dal sindaco di Trapani. Quella che ha fatto più discutere, certamente, l’intervento di Sodano ad Anno Zero, che però è avvenuto l’ottobre successivo la votazione del Consiglio. “In quei 10 mesi avrebbe potuto concedere non una ma cento cittadinanze. Ma era prevenuto e doveva obbedire ad un ordine preciso”. Fazio ha replicato, rispondendo anche ad affermazioni di alcuni consiglieri comunali, affermando che “quando si stava predisponendo la delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria (nel gennaio 2006, NdR), una serie di interventi politici legati proprio a quell’operazione da cui era scaturita la proposta mi hanno dato il senso che la vicenda, che dal punto di vista umano e istituzionale ha una sua valenza, veniva strumentalizzata a fini meramente politici”. A questo si è aggiunto in seguito, a detta del sindaco, “la conferma di tale strumentalizzazione con la trasmissione Anno Zero”.
Per Margherita Asta, responsabile di Libera a Trapani, “dopo la delibera del consiglio il sindaco doveva solo adempire ai suoi compiti. Il primo cittadino non ha voluto accettare il volere del consiglio e quindi del popolo”. Fazio precisa che, non trattandosi di una mozione “non vi è un obbligo dal punto di vista giuridico” a dare seguito alla votazione del consiglio. La Asta, nel frattempo, riunendo anche altre associazioni e sindacati, comunica che come esponenti della società civile si impegneranno per conferire a Sodano “una cittadinanza onoraria simbolica”. E se Fazio tornasse sui suoi passi, l’ex-prefetto accetterebbe l’onorificenza dal Comune? “Io ho troppo rispetto dei cittadini trapanesi per rifiutare – risponde Sodano - ma metterei una unica condizione, cioè che la consegna venga fatta da un qualunque uomo della strada, a nome di tutti i trapanesi”.

(nella foto in alto, un fermo immagine dall'intervista andata in onda su Annozero)
- intervista realizzata nell'ottobre 2007 per "L'Isola Possibile" -

18 aprile 2008

Cominciamo bene, cavaliere



Mai sentito parlare di Anna Politkovskaja, sua Emittenza?
Non cambia mai, quel Silvio!

16 aprile 2008

Faster than a speeding bullet


Parliamo di cose allegre. Anzi, di voti allegri. Roberto Recchioni, lo sceneggiatore italiano che può vantare di avere pubblicato un numero di fumetti pari a 1200 volte il suo peso corporeo, ha sventolato la bandierina a scacchi del Writer's death race, giochino-concorsino tra scrittori e sceneggiatori, che si sono sfidati a suon di racconti sul tema della velocità. Ho partecipato anche io (vivendo sempre di corsa non potevo esimermi) con una cosina che si legge in cinque minuti (appunto) con protagonista un supereroe italiano e i suoi dilemmi amorosi: "Più veloce di un proiettile". Il titolo è una classica e facilmente intuibile citazione nerd, i contenuti sono partoriti da una mente nerd. Ma credo che la novella piacerà anche a chi non rientra nella categoria. Se vi è piaciuto, o per gratificare il mio ego, magari mossi dalla pietà per il partecipante geograficamente più vicino all'Africa, potreste votarmi nella colonna a destra che trovate sul blog del WDR. Chiaramente vi suggerisco di leggere anche gli altri racconti nell'antologia virtuale... io ne ho letti alcuni e sono tutti molto gradevoli, con alcuni che virano verso il piccolo gioiello.

15 aprile 2008

Sicilia recidiva

Premiato Cuffaro, condannato per favoreggiamento a singoli esponenti di Cosa Nostra, con un seggio al Senato e l'immunità parlamentare.
Premiato Lombardo, quello del ponte a tutti i costi, e premiata la formazione politica tra le più ambigue di questa Terra.
Premiato il senatore D'Alì (ancora), che ha mollato la poltrona della Provincia dove era salito solo un paio d'anni fa.
Alla faccia della fine del cuffarismo.

14 aprile 2008

Allora ve le cercate...

La prima volta, succede.
La seconda volta, è un caso.
La terza volta, è farlo apposta...

13 aprile 2008

Ilaria Alpi su E-Polis

Quando sono stato a Sassari, l'ottimo Christian Scalas mi ha intervistato per La Sardegna, quotidiano della rete del gruppo E-Polis, che comprende una marea di giornali free press in giro per l'Italia (da Il Bologna a Epolis Roma passando per Il Napoli). L'articolo che ha fatto su Ilaria Alpi, con mia somma e gradita sorpresa, è stato pubblicato anche sulle versioni delle altre città. Ringrazio la sempre puntuale Annina Bajo per il pdf :)


11 aprile 2008

Voi siete qui, ma anche lì


Ecco, quello qui su è il posizionamento di Marco Rizzo (io, non quello pelato), secondo l'interessante giochino voisietequi.it. Domenica si vota, e non ho ancora le idee chiare, come rappresenta la mole di partitini che mi soverchia. Tutto, come prevedevo, a causa della situazione che ci hanno voluto propinare dall'alto. Il bipolarismo che si stanno spartendo Pd e Pdl non ci appartiene. E scontenta tanti.
Veltroni si è affidato all'ala moderata dei Ds e sopratutto alla Margherita. Inevitabilmente, dovrà fare i conti con quegli stessi moderati che hanno teso le politiche sociali dello scorso governo verso il centro. Un partito a cui non potrò mai votare perché non credo che il futuro, il progresso, lo sviluppo che l'Obama di Trastevere ci promette, risiedano nel conservatorismo di una certa ala della Margherita. E sopratutto, al di là dei tanti calcoli su larga scala, io ci tengo ancora a tentare di rispecchiarmi in quelli per cui voto.
Berlusconi, con l'ennesima boutade di marketing, ha inventato un nuovo partito su una base culturale che non esiste, tirandosi dietro Fini, che ha calato le corna ed è tornato all'ovile. Forse sa che quando arriverà il momento in cui Silvio ascenderà ad uno stadio superiore e si metterà a sedere alla destra di Belzebù, solo facendo questa mossa strategia adesso potrà rivedersi come nuovo leader del centro destra domani. Come sempre, con il suo populismo e i suoi miracoli (ridimensionati, è vero, in questa campagna), Berlusconi tende verso il classico conservatorismo che piace alle ultrazie. E ogni idea di sviluppo, viene fatta senza farsi i conti in tasca (compreso il meritorio snellimento della P.A.), ma solo per iperboli. Chiaramente, non voterò per loro.
L'Udc, che al Senato in Sicilia si presenta come acronimo di Unione dei condannati, lo escludo con altrettanta chiarezza.
Ovviamente esclusi i pittoreschi amici della Lega, la Santachè che sembra una vecchia isterica, e i partiti che servono solo a riempire le schede, restano...
Il partito Socialista, che in Sicilia mi candida De Michelis e che, anche se potrei condividere certe idee, non manca di ricordarci certe discutibili glorificazioni del passato più o meno recente.
Italia dei Valori, che nonostante il giustizialismo a volte esagerato, almeno è coerente ed è un voto utile anti-berlusconiamente parlando. Ma stento ancora a santificare Orlando e ho paura che spunti un De Gregorio da un momento all'altro.
Resterebbe la Sinistra Arcobaleno, e visti i miei trascorsi, sarebbe il passaggio normale. Ma a Bertinotti ancora non ho perdonato la caduta del primo governo Prodi, e agli altri della compagine non perdòno che, nonostante i trascorsi, non sono riusciti a dimostrare responsabilità di governo (non dimentichiamoci che prima di Mastella c'era certa sinistra a remare contro, reinventando il concetto di dittatura delle minoranze). Che senso ha votarli con la speranza che facciano quanto meno parte di una coalizione di governo, quando l'intenzione è quella di fare sempre e comunque opposizione? A maggior ragione se le coalizioni, visto il sistema e viste le scelte fatte dai partiti, si faranno a cose fatte, poco prima di spartire poltrone e ministeri. Senza manco la scusa del programma condiviso, quindi.

Per chi votare insomma? Sento in giro che è un dilemma comune, tranne per chi, come me fino a pochi mesi fa, non si è deciso per l'astensione. Io dopo avere sentito di sfuggita certe sparate di Silvione non mi sono trattenuto. Poi, quando ieri ho ricevuto la lettera anche io (che non ho mai avuto né la calcolatrice nè "Una storia Italiana", cribbio!), vorrei porgergli un cordiale vaffanculo con il mio voto contro.

Di certo, la scelta di "forzare" un sistema elettorale e governativo verso questo finto bipolarismo spiazza tutti. Non siamo gli Usa, non siamo l'Inghilterra. Abbiamo avuto percorsi e storie culturali che non limitano le nostre idee con l'accetta. Abbiamo avuto gli estremi (a volte al governo - forzato - a volte no), abbiamo avuto la destra e la sinistra, abbiamo avuto il centro-destra e il centro-sinistra, abbiamo avuto sopratutto, la Democrazia Cristiana, a sua volta divisa. Come si può pensare di dimenticarsi delle tante sfaccettature di questo paese, pretendendo di rincorrere sto benedetto elettorato degli indecisi? E perché si crede che sti indecisi siano tutti "moderati", tanto che i programmi convergono? Non credono, Pd e Pdl, di scontentare chi hanno lasciato agli "estremi" (terribile parola) delle ali, pur di rincorrere il centro? E questa struttura, si manterrà anche quando scomparirà la variabile Berlusconi?

L'Italia è un paese strano. Durante una campagna elettorale, in questo paese, si può infangare la più alta rappresentanza istituzionale e dire stronzate sui rappresentanti del potere giudiziario, mentre al contempo si glorificano i mafiosi. Ci si può contraddire all'interno dello stesso partito, e si possono candidare operai solo perché per ora fanno notizia le morti sul lavoro. Ci si può presentare ai comizi vestiti da vichinghi, dicendo certe cose stavolta davvero da manicomio. E' un paese dove stiamo andando a votare con una legge che nessuno voleva, pur di correre sul sentimento popolare anti-prodiano (per Berlusconi), e cercare di costruire questo finto bipolarismo dando un senso alle cose appena fatte (per Veltroni).

Insomma, permettetemi di essere un po' spaesato. Cosa voterò? Non lo so. Magari riparliamone tra qualche giorno. E in privato, stavolta, magari...

10 aprile 2008

Parola di Paola Binetti: Questione di complementarità


Anche se ci avviciniamo al voto, spero di potervi regalare qualche chicca anche post periodo elettorale. Intanto vi ricordo che la dottoressa Binetti è candidata alla Camera, quando la passata legislatura si trovava al Senato. Paura che possa far danni con i numeri risicati che si prospettano in Senato? Sarei curioso di sapere come le hanno venduto questo affare. Intanto eccovi una chicca che negli scorsi giorni ha alzato un piccolo polverone.
“Il mio punto di vista è semplice. Prima di tutto, a mio giudizio, esiste una dimensione che io considero più legata alla sviluppo ordinario di una persona, che è quella dell’amore e della sessualità che è più squisitamente eterosessuale. Perché la complementarità biologica, la complementarità con cui ognuno di noi raggiunge la pienezza della sua maturità ha questa come strada maestra. Questa è la naturalezza, se si vuole considerarla anche statisticamente parlando”
firmato Paola Binetti

(EcoTV, 4 aprile 2008)

7 aprile 2008

Doppia nomination

Su segnalazione del compare Stassi, vengo a conoscenza di una doppia nomination al prestigioso premio Micheluzzi del Napoli Comicon. Ilaria Alpi è candidato come miglior fumetto della stagione passata, e Debbie Dillinger come miglior e-comic. Già solo la nomination è un grandissimo onore e una enorme soddisfazione. Il fatto che la selezione dei titoli avviene da parte di una giuria, e i premiati passati, dimostrano che si tratta di un premio serio, diverso da tanti altri anche di grosse manifestazioni nazionali. Insomma, sono già contento così, comunque vada :)

5 aprile 2008

Sassari

Mai stato prima in Sardegna, e devo dire che ne sono rimasto tanto affascinato che ci tornerò sicuramente. Cittadine tranquille e in fase di riqualificazione, entroterra pieno di verde, mare splendido (e dire che sì, sono abituato bene).

Sassari è una bella città, il centro storico è un cantiere a cielo aperto. Viuzze che si arrampicano su e giù sulle collinette e si aprono su delle belle piazze. E poi c'è una via dal nome misterioso:

Nonostante la straordinaria media di belle ragazze, mi ha fatto desiderare di cavarmi gli occhi una sosia (ancora più) vecchia di Cher che usciva da questa auto:

L'incontro è andato bene, c'erano più di trenta persone, tutte coinvolte e interessate, buon risultato visto l'orario infelice e la giornata a metà settimana. Essendo all'interno dell'Università (Scienze Politiche), come prevedibile si è parlato più che altro del caso Alpi o della "curiosità" di trattare certi temi a fumetti.

Erano presenti anche amici come Bruno Olivieri (che ha scattato la foto qui su e quella qui sotto), avventuratosi da Cagliari per venirci a trovare, e Bruno Enna, un gentleman. E un altro vero gentleman, non smetterò mai di dirlo, è Emiliano Longobardi, che mi ha ospitato, scarrozzato e trattato da signore, e a cui va il mio pubblico ringraziamento, mentre a voi lettori va il mio sguardo truce.

1 aprile 2008

Ilaria Alpi al Festival del giornalismo di Perugia

In attesa di partire domani per Sassari, per gli incontri organizzati dal Dott. Longobardi, vi segnalo che la mostra con le tavole di Ilaria Alpi verranno esposte a Perugia dal 9 al 13 aprile. Si tratta di un'iniziativa ancora una volta a cura della preziosissima Associazione Ilaria Alpi di Riccione, nell'ambito stavolta del prestigiosissimo Festival internazionale del giornalismo (basta vedere l'elenco degli ospiti per rendersi conto dell'importanza dell'evento). Nè io nè Franz ci saremo, ci risparmiamo per Napoli (sì alla fine ci sarò, anche se solo per un giorno).