26 ottobre 2005

25 ottobre 2005

Debbie Dillinger: il racconto

Come potete vedere dalla colonna a fianco, sul volume Debbie Dillinger: the Chihuahua Affair, uscirà un racconto inedito che ho scritto, che si situa tra le avventure narrate nel primo ciclo della strip e le prossime. Era una vita che non scrivevo un racconto in prosa, e questo è effettivamente il primo racconto pubblicato. Fortunatamente ho tenuto allenati gli occhi e la mente leggendo pagine e pagine di Ellroy, Poe e altri ancora. Il racconto vede Debbie riprendere le fila della sua vita, cercare di sfidare se stessa nel suo nuovo ruolo, e vedersi invischiata in una storia dove niente è quello che sembra. Ho usato uno stile asciutto, con molti dialoghi (retaggio fumettistico, inevitabile) e una punta di sensualità e retorica (che contraddistingue il personaggio e certi pulp magazine a cui si ispira). Qui sotto potete leggere un'anteprima, la prima parte del racconto, e ammirare uno dei disegni che fa da corredo al pezzo, realizzati con la consueta maestria da Daniele Tomasi.
Buchi nella pietra
Un’avventura di Debbie Dillinger

Philip Goofs aveva l’apparenza di un uomo buono. Un signore sulla sessantina, dai capelli bianchissimi e piccoli occhiali, aveva salutato Debbie con un grande sorriso e si era messo subito al lavoro. Debbie Dillinger cercava di non fare caso ai complimenti dell’anziano gentiluomo, e nonostante questi si sporgesse per guardare le curve di Debbie, continuava a mantenere la sua simpatia. Il signor Philip stava giusto terminando di ridipingere il nome sulla porta dell’ufficio del compianto Smitheson, quando venne urtato e il pennello cadde. Non era riuscito a scrivere l’ultima lettera, ma si capiva bene cosa si intendesse con quel ‘Debbie Dillinger – Private Inv…’.
Il vecchio Philip era stato urtato da un tizio elegante nel suo gessato grigio. Ma il suo aspetto poco gradevole e leggermente inquietante minava la sua eleganza.
“Signorina? Cerco Smitheson.”, esordì.
Debbie dava le spalle alla porta, stava riorganizzando la scrivania dietro la quale aveva passato gli ultimi anni. Adesso, le sue cose, si sarebbero spostate nella stanza affianco, in una scrivania più grande. Si voltò con la sua consueta grazia naturale, e il sorriso ampio e ammaliatore di chi spera di vedere il proprio primo cliente.
“Mi dispiace, ma il Sig. Smitheson non è più qui.”
“Che intende?”, interrogò stranito l’uomo.
Debbie si rese conto che quel sorriso non era adatto a quanto stava per dire, e improvvisamente, passando dall’imbarazzo, il suo viso arrivò ad una più consona serietà.
“Non ha saputo? Il Sig Smitheson è deceduto qualche giorno fa. Ho rilevato io la sua attività.”
“Ah. Mi dispiace. Ero fuori città per delle commissioni, appena tornato sono venuto a trovare il Sig. Smitheson. Doveva cercare una persona per me.”
“Lei è un cliente?”, chiese Debbie. Non riusciva infatti a ricordare di aver aperto la porta a quell’uomo. E facce come quelle si ricordano.
“Si. E non credo che mi affiderò a lei. Cercherò un altro investigatore”. L’uomo aveva calcato l’accento su quell’ultima parola, stimolando Debbie e la sua antipatia per i soliti pregiudizi.
“Sa…”, disse Debbie mettendosi ritta in piedi, con le braccia conserte, “ho rilevato anche l’archivio del mio predecessore. Potrei lavorare al suo caso alla metà della parcella, dato che metà del lavoro è stata già fatta.”

Debbie sa riconoscere un uomo avaro. Dai vestiti che indossa, dal tono che assume. Nella sua carriera ha visto tanta gente pregarla di uno sconto. Ma Debbie sa bene che la carriera dell’investigatore non prevede sconti, perché a nessun buon detective, quando si trova al lavoro, la vita riserva sconti.
Ma questo era un caso particolare, e aveva permesso all’audace ex-segretaria di ottenere il suo primo cliente, Jules Monfalcone.
Jules era alla ricerca del fratello, John, scomparso una settimana prima. Smitheson aveva iniziato le indagini, prima di scomparire per quella questione di droga. Jules non lo sapeva, e Debbie non aveva certo interesse a raccontargli cosa era successo nei giorni precedenti. Si limitò a scartabellare tra gli archivi di Smitheson.
Non fu facile trovare la cartella di John Monfalcone. Non era nello schedario, ma nel cassetto della scrivania a destra, sotto la pistola e la foto della moglie di Smitheson, morta di cirrosi epatica dieci anni prima. Insieme a quella scheda altre cartelle, che Debbie si ripromise di controllare prossimamente, quando l’entusiasmo per il suo primo caso si fosse dissolto… magari con la risoluzione del caso.
Diede una lettura veloce e congedò il cliente con quel sorriso ampio e un po’ ipocrita che aveva perso quasi subito.
Quando accompagnò il signor Monfalcone alla porta, Debbie si accorse che il buon Philip aveva appena finito il lavoro. Quel grande occhio femminile sulla porta, così diverso da quello anonimo dei suoi colleghi, un po’ la preoccupava: non sarebbe stato un ulteriore freno per chi diffidava da investigatrici donne?
Bastò Philip a rincuorarla: “Complimenti Signorina Dillinger, lei sa come trattare la gente… Quel tizio ha imparato subito con chi aveva a che fare!”
Debbie diede un bacio sulla fronte all’anziano operaio, lo pagò, lo salutò e si mise al lavoro sul suo primo caso.
Il resto potete leggerlo su Debbie Dillinger vol.1: the Chihuahua Affair, disponibile in tutte le fumetterie!

23 ottobre 2005

Il Teschio Rosso a Luci Rosse!

Credo di essere malato. Cioè, proprio perverso. Mi ero partito con l'idea di riscrivere i dialoghi di qualche pagina di fumetto, in maniera simpatica, o demenziale, e ho avuto una folgorazione sfogliando il primo numero del nuovo, splendido corso di Capitan America di Brubaker e Epting. Allora la mia mente malata ha prodotto questa robaccia qua, totalmente delirante, vi avviso:

21 ottobre 2005

Pronto, Nicola?

Esco dalla doccia, di corsa come sempre per uscire.
Squilla il cellulare e mi asciugo di corsa per rispondere. Non compare il nome ma "Numero sconosciuto", e suppongo si tratti di Daniele Tomasi, che anche stamattina mi ha chiamato da un numero anonimo. Rispondo.
Io: Pronto?
Lei (con accento del nord): Senti, Nicola, non voglio che ti vedi più con quella stronza, capito???!!
Io: Ehm...
Lei: CAPITO????
Io: Guarda, mi sa che hai sbagliato numero.
Lei: Ho sbagliato?
Io: Beh, io non mi chiamo Nicola, e al momento non mi vedo con nessuno.
Lei: ODDIO! Mi scusi!
Io: No, non ti preoccupare, avrò qualcosa di divertente da raccontare agli amici.
Lei: Mi scusi! Mi dispiace, mi scusi!
Io: Nessun problema. Le auguro di risolvere i suoi problemi. Mi saluti il povero Nicola. Arrivederci.
Lei: Si.. ehm, si. Arrivederci.

Palma d'oro per la telefonata più assurda del mese... persino la terza telefonata della Tim in due giorni per promuovere l'ADSL, viene battuta.

20 ottobre 2005

Bottanazza industriale!



Il titolo è una citazione colta, per mantenere l'aura di delicatezza e intellettualità che mi circonda, ma la mia Lois se lo merita. Guardate qua cosa mi combina nella quinta stagione di Smallville, sugli schermi americani in questi giorni!!! E con quel pesce lesso, per giunta!

Una lettura divertente

Una delle cose più divertenti che ho letto negli ultimi tempi è una storiella breve, di poche pagine, scritte da un tipo alle prime armi con la sceneggiatura e disegnata da una ragazza bravissima seppure autodidatta. Si chiama Daniel Anthrax and the teenage revolution, ne ho seguito con curiosità la nascita, e adesso finalmente l'Alien Press (l'etichetta di e-comics di Comicus.it) l'ha pubblicata, nel suo splendore pop, provocatorio e irriverente. La trovate qua.

17 ottobre 2005

Faillacatura

Questo sono io:



...visto da quel genio sconsiderato di Marco Failla. Ha disegnato il mio faccino sabato sera all'Agricantus (era un bel po' che non ci andavo) e l'ho appiccicato su quella foto dove alle mie spalle si intravede l'orgoglio della marina, l'Amerigo Vespucci. O poderosa potenza dei mari, saluto in te la patria e l'italica fierezza!

16 ottobre 2005

Recut! Extended! Unrated!

Ne avevo già parlato qui. Ma non potevo contenermi alla prima visione di quella preziosa scatola che conterrà l'ambitissima edizione due dischi di Sin City!



Qui trovate altre succosissime informazioni sui contenuti e anteprime dai menu!

15 ottobre 2005

Luccallero-luccallà

Lucca Comics si avvicina. Maratone assurde per terminare i libri (12 vol.2 dovrebbe essere pronto, finalmente), nottate a scrivere i progetti da far girare tra gli editori, ritmi forsennati su Pianeta Rosso. E poi la prospettiva dell'aereo, delle centinaia di euro spese, del viaggio on the road con Daniele (stavolta niente tour promozionale, ma una specie di viaggio di piacere).
Lo stand di ComicUs sarà relegato in un angolino, vicino l'uscita, ma la cosa non ci fermerà dal fare caciara e farci notare.
Maggiori dettagli sull'attività del CUS-staff a Lucca le trovate qui.

13 ottobre 2005

La terza repubblica

Oggi, verso le 7, siamo tornati indietro. Un altro passo indietro verso la democrazia. Un vergognoso schiaffo alla volontà popolare che aveva bocciato il proporzionale alle scorse elezioni. Tutto cio' per i soliti accordi e accordini tra Silvio e Co., ormai con le pezze al culo, che parla di successo per tutti.
Abbiamo perso la forza di indignarci, di scandalizzarci. Ci siamo abituati alle bugie e alle iperboli di Silvio, e tra leggi truffa e finanziarie raffazzonate, ci godiamo il dito medio del Biscione.
Dove andremo a finire? Tutti in Spagna?
Per riderci un po' su, o piangere un altro po', vi invito a leggere il blog si Silvio Berlusconi, rintracciato tra i links del Cinico.
PS: il primo messaggio politico del blog, avevo sempre cercato di evitare. Festeggiamo?

11 ottobre 2005

12 vol 2: la copertina



Clicca sull'immagine per ingrandire. Disegno di Roberto Di Salvo (quello di Pianeta Rosso). Colori di Cecilia Giumento (quella di Monster Allergy).
Sono fortunato ad avere amici come questi... non solo per la loro evidente e incredibile bravura, ma sopratutto per la loro gentilezza :)
A proposito, sullo Stassi-blog c'è il resoconto di una recente serata tra amici nel contesto della mostra di fumetti appena terminatasi a Trapani, dove potete ammirare in foto la panza che mi sono fatto...

At least that's what you said

When I sat down on the bed next to you
You started to cry
I said, maybe if I leave, you'll want me
To come back home
Or maybe all you mean, is leave me alone
At least that's what you said

You're irresistible when you get mad
Isn't it sad, I'm immune
I thought it was cute
For you to kiss
My purple black eye
Even though I caught it from you
I still think we're serious
At least that's what you said
(Wilco, da A Ghost is born)

9 ottobre 2005

Dizionario linguaggio maschile/linguaggio femminile

Il momento della cultura! Il momento della misoginia più spinta! Il momento delle rivelazioni! Il momento delle conquiste! Il momento del...

Dizionario linguaggio maschile/linguaggio femminile

Si= Non credo.
Forse= No.
No= NOOO!
Ci devo pensare= Aspettati un "no".
Mai= finchè posso
Finchè posso= finché resisto
Sempre= finché resisto, ma non t'aspettare grandi cose.
Amore= sost.: Scrocco, convenienza; dicesi di film con Hugh Grant; agg.: simpatico es: sei un amore
Fidanzato= esibizione
Regalo= pegno, tassa, rinnovo del contratto
Promessa= se ho tempo lo faccio
Impegno= se ho tempo lo faccio... ma che palle, però!
Uscire= 1. Uscire con le amiche: stiamo per lasciarci; 2. Uscire con te: rinnovo del contratto
Sesso= pegno, tassa, rinnovo del contratto
Mal di testa= non mi va proprio, e sono cazzi miei es: non possiamo scopare, ho mal di testa
Orgasmo= pegno, tassa, rinnovo del contratto

8 ottobre 2005

Fare a pugni con l'elenco del telefono

APPELLO ALLA NAZIONE

Esistono 15 Giuseppe Leto sull'elenco del telefono di Palermo.
Io ne cerco uno solo. Se qualcuno dovesse conoscere l'ex campione di boxe Pino Leto, palermitano, lo prego col cuore in mano di farmelo sapere in via privata perchè ho urgenza di contattarlo per questioni professionali.

7 ottobre 2005

Aver paura d'innamorarsi troppo

Una canzone in italiano, stavolta, per la prima volta. Così la capiscono tutti. Ma proprio tutti.

Aver paura d'innamorarsi troppo
non disarmarsi
per non sciupare tutto
non dire niente
per non tradir la mente
è un leggero dolore
che però io non so più sopportare.
Non farsi vivo
e non telefonare
parlar di tutto
per non parlar d'amore c
ercar di farsi
un po' desiderare
è proprio un vero dolore
Abbandonarsi senza più timori
senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori
Aver paura di confessare tutto
per il pudore d'innamorarsi troppo
finger che anch'io
le altre donne vedo
è un leggero dolor
temere di mostrarsi interamente nudo
e soffocare la sana gelosia
e controllarsi non dirti che sei mia
voler restare e invece andare via
è proprio un vero dolore
Abbandonarsi senza più timori
senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori

(Lucio Battisti, da Una donna per amico)

Moda-Comicus

Forse, seppure conquistati dal mio sguardo magnetico nella foto precedente, avrete notato un dettaglio. Le magliette della linea Moda Rizzo non sono ancora in produzione, ma nel frattempo le magliette ufficiali di ComicUs.it sono già pronte e giacciono in uno scatolone ai miei piedi in attesa di essere vendute a Lucca Comics.
Ecco il modello ufficiale di ComicUs.it con indosso questo capolavoro fescion:

5 ottobre 2005

Non cambierò mica idea...

... sul Giornale di Sicilia. Nonostante abbia dedicato questa fotonotizia al sottoscritto e alla mostra a cui ho partecipato. Non fate caso all'espressione da funerale (specie se paragonata alla simpatia di Quirino, Roberto e Aurelio), ero un po' incazzato per i fatti miei...



...clicca per ingrandire...

3 ottobre 2005

The Promise

Johnny works in a factory and Billy works downtown
Terry works in a rock and roll band
Lookin' for that million-dollar sound
I got a little job down in Darlington
But some nights I don't go
Some nights I go to the drive-in, or some nights I stay home
I followed that dream just like those guys do up on the screen
And I drive a Challenger down Route 9 through the dead ends and all the bad scenes
And when the promise was broken, I cashed in a few of my dream

Well now I built that Challenger by myself
But I needed money and so I sold it
I lived a secret I should'a kept to myself
But I got drunk one night and I told it
All my life I fought this fight
The fight that no man can never win
Every day it just gets harder to live
This dream I'm believing in
Thunder Road, oh baby you were so right
Thunder Road there's something dyin' on the highway tonight

I won big once and I hit the coast
But somehow I paid the big cost
Inside I felt like I was carryin' the broken spirits
Of all the other ones who lost
When the promise is broken you go on living
But it steals something from down in your soul
Like when the truth is spoken and it don't make no difference
Something in your heart goes cold
I followed that dream through the southwestern flats
That dead ends in two-bit bars
And when the promise was broken I was far away from home
Sleepin' in the back seat of a borrowed car
Thunder Road, for the lost lovers and all the fixed games
Thunder Road, for the tires rushing by in the rain
Thunder Road, Billy and me we'd always say
Thunder Road, we were gonna take it all and throw it all away
(Bruce Springsteen, da 18 Tracks)

Le microInterviste del megaClaudio

Quel grand'uomo di Claudio Stassi (non solo in senzo fisico) ha lanciato sul proprio blog, all'indirizzo www.comicus.it/nerosubianco una serie di microinterviste con fumettisti. Dopo i grandiosi Giovanni Gualdoni e Sergio Algozzino è toccato a me. Ovviamente trattandosi di una micro-intervista ho aperto la valvola del mio ermetismo naturale :)
La trovate qua.