25 febbraio 2010

Piazza Politeama

Quarto ed ultimo racconto su Setteperuno. Ne approfitto per ringraziare la redazione per l'invito e l'ospitalità :)
Avevo sempre avuto il desiderio di lasciare Palermo. E negli ultimi anni il desiderio era diventato sempre più pressante: avrei voluto una città dove non dovevo fare lo slalom tra la munnizza quando uscivo il sabato sera, dove non dovevo attaccare tre-catenacci-tre al motorino, dove la mattina non dovevo svegliarmi con il carretto con quello che abbanniava “accattativi i patati” e la sera non dovevo andare a dormire con il vicino parcheggiato sotto casa con lo stereo che spargeva nel quartiere la voce di Toni Colombo e varie altre sonorità ricercate (dai carabinieri, forse).

Con tutta la buona volontà, solo a piccole dosi riuscivo ad apprezzare questi aspetti quasi arabi della città dove ero nato, cresciuto e fidanzato. E (secondo le previsioni della za’ Nina, maga della zona nonché venditrice di corredi) dove mi sarei maritato, fatto tre figli e schiattato serenamente nel mio letto.

Le previsioni della za’ Nina, un contratto a tempo determinato in un’agenzia pubblicitaria piena di squali, murene e minchie marine, e ovviamente l’amore per Annalisa mi avevano reso prigioniero fino a quel momento in una città che mi offriva ogni giorno nuovi motivi di lagnanza.
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(foto mia)

23 febbraio 2010

Mantova 2010



Anche quest'anno sarò a Mantova, per moderare il moderabile, incontrare gli amici, bere, mangiare e godermi una fiera del fumetto molto vicina ai miei gusti. Quest'anno poi è davvero strapiena di autori italiani "sbarcati" in USA (molti dei quali proprio grazie alle portfolio review di Mantova) quindi l'impronta è ancora più vicina all'idea caratterizzante di una fiera ottima per gli autori e per gli appassionati di comics. Come tutte le fiere medio-piccole, non è il solito mercatino, c'è spazio per quattro chiacchiere, dove inevitabilmente il lavoro e le discussioni tra amici si intrecciano. Consiglio quindi vivamente agli aspiranti autori di fumetti di concentrarsi su fiere come Mantova (o Napoli Comicon, se è per questo) e di approfittare dei consigli riportati in questa pagina o centellinati periodicamente sul profilo twitter di C.B. Cebulski, il talent scout Marvel che nel nostro paese ha trovato una miniera d'oro di talenti. Mi troverete in sala conferenze e di tanto in tanto allo stand di Edizioni BD, ma solo se volete complimentarvi con me perché sono dimagrito o salutarmi (non troppo) affettuosamente. Per le spiegazioni dei miei status di Facebook o se volete addentrarvi in polemiche, posso indicarvi la via da Mantova fino a fanculo.

17 febbraio 2010

Via Candelai



Penultimo raccontino su SettePerUno, tra i locali di via Candelai, uno dei punti di ritrovo della Movida di Palermo, a cui sono molto affezionato per inevitabili rimembranze universitarie.
Qualcosa non quadrava: a conti fatti, era impossibile che Valerio, detto Apache, avesse partecipato alla Guerra del Golfo. Sarà per il suo aspetto che ‒ beato lui ‒ lo posizionava in un’età indefinita tra i 30 portati così così e i 40 portati bene, ma quando raccontava, perdendosi in dettagli, missioni militari e avventure degne dei peggiori film propagandistici hollywoodiani non lo si riusciva a prendere sul serio.

Ce n’era una, in particolare, che aveva fatto quasi intenerire la band: durante una tempesta di sabbia nel deserto di chissàdove, Valerio si era rifugiato dentro un elicottero da guerra Apache insieme a una giornalista svedese da cartolina. E ovviamente, era stata la notte di sesso più lunga, passionale e focosa di tutta la storia della Mesopotamia, della Svezia e della Sicilia. Valerio da allora era stato soprannominato “Apache”, prima segretamente, poi sottilmente, poi spudoratamente, da tutti gli amici di sempre, i colleghi all’Inps (nella vita reale era un comunissimo impiegato) e anche dai membri della band (che si guardavano bene dal chiamarlo così sul palco, però).

Se bravo non era a condire le sue minchiate, Apache era bravissimo però al basso.
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(foto da Balarm.it)

15 febbraio 2010

Vox populi vox dei



Pochi minuti fa si è chiuso il Comicus Prize. Si tratta di un premio indetto sul forum di Comicus, sempre in maniera molto giocosa e divertita, le cui nomination vengono fornite dagli utenti stessi. Nelle varie categorie, su autori o fumetti o case editrici, chi raggiunge una certa soglia di nomination passa alla "seconda fase" con dei poll diretti. Peppino Impastato è stato candidato nella categoria miglior graphic novel. Mi permetto di ringraziare gli utenti che ci hanno permesso di arrivare in finale e chi ci hanno fatto arrivare secondi dopo il fan-favourite Don Zaucker. Come avrete visto, a differenza di altri non ho invitato nessuno a votarci, né qui né su Facebook o per telefono o segnali di fumo, perché un voto popolare espressione di una community, a mio parere, è tanto più sincero e apprezzabile se non riceve "spinte" di sorta. Ma magari sbaglio, e non ci vedo comunque niente di male a chiedere il supporto dei propri fan (basta che non si bari, ovviamente!). Mi spiace che le solite polemiche non abbiano tenuto conto dell'onestà intellettuale di chi ha votato per noi, che magari ha sinceramente apprezzato l'opera in quanto tale e non per "dovere morale", o perché io sono il fondatore e responsabile legale di Comicus (e qui non so sinceramente cosa ne guadagnerebbe un utente - sempre che sappia questa cosa e dunque come la presenza di quel fumetto possa viziare la categoria intera). Non capisco perché queste nomination e questi voti non dovrebbero essere presi sul serio, e rispettati, da chi vuole dare lezioni di etica (che poi nei fatti, nei modi e nei metodi di etico ci sia ben poco è evidente). Ma soprattutto il chiacchiericcio ha mancato di rispetto non solo verso il sottoscritto (...e vabbe') ma specialmente verso Lelio, Lirio, Francesco, Stefania, Salvo, i ragazzi di Beccogiallo e tutti coloro che hanno collaborato con dedizione e passione alla realizzazione del fumetto. E ovviamente mi fa sempre incazzare quando il nome di Peppino viene tirato in ballo in polemiche di questo tipo, specie se a nome di un'anti-antimafia che alla mafiosità - come ho detto di recente in un'altra occasione - fa solo bene. Solo per questo mi concedo, contravvenendo alla mia regola di non dare spago al chiacchiericcio, di scrivere queste poche righe qui, a casa mia: per onorare e ringraziare i miei colleghi e sopratutto i nostri lettori.

Nota a margine: Nulla da dire su presunti "brogli". Le spiegazioni tecniche le trovate sul forum di Comicus, per voce di persone oneste, competenti e fidate, e credo le capisca anche chi è rimasto fermo a MS-dos. Putroppo è sempre facile nonché tipico del nostro paesazzo dare la colpa agli altri, e magari gridare al complotto, per spiegare i propri insuccessi.

13 febbraio 2010

Somalia



Dire che la Somalia oggi è una polveriera è un eufemismo. Noi "occidentali" e noi italiani in particolare abbiamo conquistato, sfruttato, prostituito e poi abbandonato quella terra, e adesso su quelle strade che abbiamo costruito, con le armi che gli abbiamo venduto, con i soldati dai paesi vicini, con la scusa delle religioni, con gli interessi che conosciamo, si stanno scannando. Daniele Mastrogiacomo, uno dei pochi veri inviati di guerra rimasti nonostante la nostra tradizione, ha scritto un articolo su Repubblica che fa il punto della situazione. Peccato che in tv si parli solo di Sanremo (e di prostituzione civile, e non abbastanza).

Per chi volesse tenersi aggiornato e magari dare anche un contributo, rimando al sito di Medici Senza Frontiere.

10 febbraio 2010

Via dei botti



Nuovo raccontino su SettePerUno, stavolta ambientato in una via della Kalsa quasi di fantasia. Buon tour di Palermo così com'è (più o meno).
Non era un botto qualunque. Da quando aveva preso quell’appartamento (termine quanto mai generoso) alla Kalsa, Paolo era in grado di distinguere almeno 10 tipi di botti diversi, e quello non era un fuoco d’artificio. La tessera immaginaria di esperto veniva rinnovata ogni anno. La stagione partiva intorno ai primi di settembre: solo l’antipasto prima del rush finale entro capodanno, che culminava in una caotica orchestra di esplosioni e colori sincronizzata alle 00:00 dell’anno nuovo. E, ogni volta, lo spettacolo di quella che era stata soprannominata “Via dei botti” era un trionfo di Santa Rosalia. Poi quegli scoppi andavano diradandosi, più o meno fino a metà febbraio, in modo che le scorte si esaurissero e l’economia del quartiere fosse pronta a ripartire intorno a quel fortunato business. Oltre al contributo economico in fatto di visite ai retrobottega della zona, gli scoppi accrescevano la creatività degli abitanti della zona. Ogni sussulto dovuto a uno scoppio veniva accompagnato da una nuova offesa: dal più classico “teste di minchia” al più religioso “figghi ru riavulu”, passando per il più colorito “avissiero mòriri di diarrea”.
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9 febbraio 2010

Brindiamo!



Il perché non posso ancora dirlo, purtroppo. Però in due settimane ho avuto due conferme professionali che attendevo da tempo e in cui speravo tanto. Intanto si brinda, poi piano piano, smaltita la sbronza, vi dirò perché...

3 febbraio 2010

Scrivere


Sono le 11:45 e ho tre notizie. Per cominciare, oggi firmerò il contratto per il prossimo libro per Beccogiallo... maggiori dettagli presto, prestissimo. Il libro su Peppino Impastato sta andando così bene che è già alla seconda ristampa. Inoltre, a partire da oggi ogni mercoledì di questo mese di febbraio troverete un mio raccontino ambientato a Palermo sul bel sito www.setteperuno.it. Ogni storiella vorrebbe essere un assaggio dolceamaro di una via in particolare di quella città così complicata dove ho vissuto sette anni (!).

E sempre in tema di scrittura, ma a ben altri livelli, oggi pomeriggio alle 18:00 il maestro James Ellroy incontrerà il pubblico alla Fnac di Torino. Il modo ideale per festeggiare l'uscita del terzo capitolo della trilogia che è partita con American Tabloid e proseguita con Sei pezzi da mille, raffiche di crudezza e lezioni di scrittura, che mescolano Storia e storiacce.