30 gennaio 2009

The Toxic Truth

Documentario in inglese sul caso Alpi, firmato da due italiani (Emanuele Piano e Alessandro Righi) e trasmesso da Al Jazeera English.



28 gennaio 2009

Massacri mediatici

Periodicamente il mondo del fumetto si rimescola e si agita per polemiche "interne". Solitamente al centro delle polemiche, che scatenano blogger e forumisti, c'è la percezione di un fumetto in particolare o del mezzo di comunicazione in generale. Credetemi, in questi anni tra forum di Comicus, conferenze alle fiere e giretti sul web ne ho viste tante. Io stesso ho contribuito a portare avanti una polemica su un libro Utet (vi ricordate l'affaire Restaino?).

Sul blog di Roberto Recchioni, che di queste cose ne sa, si è nuovamente oltrepassato il muro dei 100 commenti grazie a un post che rinviava al blog di Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice. La Lipperini (dall'encomiabile curriculum) parla della copertina (da cui è tratta una locandina) dell'ultima uscita Beccogiallo, quella sul Massacro del Circeo, scritta da Leonardo Valenti e disegnata da Fabiano Ambu. Scrivo tranquillamente che stimo moltissimo Leo e Fabiano, che li ritengo ottimi professionisti e che li seguo con la curiosità del fan, non temendo che le mie parole possano essere ritenute viziate.

E non estrapolo nulla dal post della Lipperini perché ritengo sia meglio che venga letto nella sua interezza... compresi i suoi commenti che ampliano il tiro e chiariscono certe parole. Però ho paura anch'io come Rrobe... e ne approfitto per argomentare meglio i miei commenti scritti un po' di getto. Sarà perchè sto leggendo Le regine del Terrore di Davide Barzi (che ogni vero credente dovrebbe avere) e in certe posizioni rivedo certe uscite di quarant'anni fa contro Diabolik e i fumetti neri. Sarà perché mi sembra che da una locandina non si può arrivare a giudicare un intero libro, figurarsi un intero catalogo di una casa editrice (cosa che si trova più nei commenti che nelle parole della Lipperini, anche se quando parla di un certo legame con la "cultura dello stupro" vengono i brividi). Certi commenti, firmati da anonime lettrici come da letterati come Wu Ming I, fanno pensare che si tenda a rifuggire dal "disturbo" che quella copertina è intenzionata a trasmettere etichettandola come offensiva o addirittura come apologetica della violenza sessuale (guarda caso mentre in Italia gli stupri tornano ad essere notizia delle prime pagine). Brividi. Non si capisce che lo scopo era quello!? Sarò deviato io, ma che un'immagine che rappresenta (con simbologie "facili", d'accordo, ma forse per questo indubbiamente efficaci) uno stupro collettivo crei raccapriccio lo trovo non solo scontato, ma quasi doveroso. Non è marketing, o forse non solo quello, è un biglietto da visita per quello che ci aspetta oltre la copertina. Tra gli interventi esterni, che sono sparsi tra il blog di Roberto e quelli della giornalista, ci sono anche le voci di Gipi. Sapete quanto adori Gipi e tutto quello che scrive, filma e disegna. Ma non posso condividere alcune cose che dice. Da un lato concordo con certe osservazioni su quello che potrebbe non funzionare nel "meccanismo" Beccogiallo. E l'ho detto io stesso sia ad altri "colleghi" della scuderia sia alle menti dietro l'operazione. Ma non si può sminuire l'effetto della copertina dal punto di vista tecnico/comunicativo sottolineando il fatto che le due ragazze siano "due gnocchette". Si fa il gioco di quelli che la criticano e si sentono disturbati perché gli stupratori ridono (c'è anche questo, sissignore), senza pensare a quanto sia merficicato più beceramente il corpo femminile a tutte le ore, su tutti i canali e su tutti i muri d'Italia. Non sarà la copertina più bella della storia del fumetto, forse è una delle più "rifatte" del catalogo Beccogiallo (come potete vedere qui), ma per quanto comprenda il coinvolgimento di Gianni in queste vicende - apertamente dichiarato in Esterno Notte, LMVDM e anche in quei commenti - non si può trovare come errore nella copertina per quello che forse è invece uno degli elementi fondamentali per la riuscita del messaggio. Due ragazzine candide e pure/perfette soggiogati da mostri diabolici tratteggiati con i colori delle dittature. Poi, magari, alla fine è tutta questione d'approcci, e in quello Gipi e Fabiano non dico che sono agli antipodi ma certamente sono distanti.

Ho un motivo in più per essere preoccupato: come vi ho anticipato qualche tempo fa, di almeno due soggetti che ho scritto nel corso del 2008, uno riguarda un personaggio "cattivo", del tutto negativo, il fascista Primo Cossi, l'altro è una ricostruzione basata su vere testimonianze di una serie di stupri. Anzi, è proprio incentrato sullo stupro sistematico come arma di guerra. Non ve ne ho ancora parlato e lo farò più ampliamente solo quando i tempi saranno più maturi.
In effetti, mi sono preoccupato in fase di soggetto (e nel caso di Primo Cossi anche in sceneggiatura) di quelle che sarebbero potute essere le reazioni. Più che altro perché certi tabù culturali - anche mondiali, come in questi casi - possono essere esposti al pubblico ludibrio con una locandina e solo sulla base di quella venire discussi e giudicati. E l'autore dovrà essere attento a non apparire apologetico (come ahinoi in certi casi è successo) se non nella locandina/copertina, quantomeno nei contenuti. L'alternativa, ovviamente secondo la mia modestissima opinione, è quella di essere crudi e spietati (o perdersi in favolose metafore... cosa che non è nel mio stile). Ed è la strada che ho scelto: è quella che ti impedisce di immedesimarti nel personaggio. Quella che te lo presenta come un verme spregevole che non ha rispetto per la vita umana. Ma a questo punto, devo temere che tanta crudezza possa spaventare qualcuno al punto da non aprire il volume e fuggire, coprendosi gli occhi.

24 gennaio 2009

Cose che invitano a riflettere



Nel giro di una settimana hanno trasmesso i loro discorsi su Youtube il Papa, la Gelmini e Obama.

Per tre giorni di fila l'articolo più letto sul sito del Corriere riguardava la Tettona del Grande Fratello.

Nonostante le tre-quattro scissioni in dieci anni, i comunisti (quali?) tornano a generare l'ennesimo sottopartito che a malapena arriverà all'1,5 %. E nell'incertezza su chi votare dei tanti, non voterò per nessuno.

La presidente della regione dove vivo adesso ha dovuto ricordare a un cardinale che la legge dello Stato è superiore a quella della chiesa e che "non viviamo in una repubblica di Ayatollah".

Ieri il Tg2 ha dedicato uno speciale a Bettino Craxi, morto latitante in Tunisia 9 anni fa. Si è parlato delle sue tendenze liberal e della sua apertura mentale.

L'Agicom (i cui membri, ricordiamo, sono nominati dai partiti) ha sanzionato la trasmissione Che tempo che fa? per l'intervento di Marco Travaglio nei confronti del Presidente del Senato Renato Schifani, risalente al 10 maggio 2008, dove non ha detto altro che cose scritte su libri e articoli mai querelati.

A Lampedusa gli abitanti hanno dimostrato grande civiltà e umanità sfilando al fianco degli immigrati scappati dal CPT dove erano trattenuti più del triplo delle persone permesse dalla capienza ufficiale.

Ehi, notate che non ho citato Berlusconi nemmeno una volta. Ops.

21 gennaio 2009

NOPE

Tutto è partito da questo:



Anzi, per essere precisi parte tutto da qui.

Il poster, che si vede in giro più spesso di quello di Che Guevara, ormai, ha generato tanta bella roba di questo tipo:





e il mio preferito:


Ieri sera, dedicandomi al cazzeggio con photoshop come non facevo da tempo, al secondo tentativo è venuto fuori questo:



Ora scopro che ci avrei potuto mettere due minuti anziché un'ora e mezza grazie ad applicazioni come questa o al plug in per Photo Booth. E che cacchio!

19 gennaio 2009

La cronaca

I giorni precedenti all'esame mi era passato per la mente un pensiero che credo sia comune a molti miei colleghi nelle mie stesse condizioni. Possibile che nell'era di internet la rete non pulluli di testimonianze sugli esami orali? Gruppi su facebook, topic di forum... niente. Il popolo di internet è troppo impegnato a chiacchierare dei nuovi partecipanti al grande fratello (indovinate di chi in particolare).
Nel mio piccolo ho pensato dunque di scrivere qua due righe sulla mia esperienza. Non sarò catastrofista, lo annuncio subito. Forse perché è andata bene, o forse perchè qualcuno dai vertici dell'Ordine (indovinate chi) potrebbe venire a tirarmi le orecchie, ma sopratutto perché non ce n'è bisogno.

Premessa d'obbligo: ogni esame fa storia a sé. Ci sono millemila variabili. La preparazione, la scioltezza, il voto dello scritto del candidato, ma anche la rilassatezza dei commissari, quanto caso fanno a curriculum e scritti, se c'è qualcuno tra di loro che proviene da dove provieni tu. Sarà pure una precisazione banale, ma mi è capitato di sentire gente stupita che diceva "ma come? questo a me non l'hanno chiesto!"

Sulla storia della Sicilia, ad esempio, a me non hanno chiesto niente. Niente sullo Statuto o sulla mafia, né sui fasci Siciliani o l'indipendentismo. Invece mi hanno fatto una domanda di attualità sull'Mpa di Lombardo.

La mia tesina era sul Corriere dei Piccoli. Ne avremo parlato si è no 5 minuti, ma il tema credo sia piaciuto a tutti quanto meno per l'inevitabile effetto nostalgia (salito a mille quando ho sciorinato l'elenco dei personaggi apparsi su quelle pagine). La tesina è servita da spunto per una domanda sulla Carta di Treviso (e le eccezioni sul non mostrare il volto dei minori). E qui chiaramente il collegamento era con il caso Denise che ogni trapanese dovrebbe ripassare. Mi è stato chiesto cos'è la prescrizione, due parole sull'Inpgi. Avendo fatto anche il grafico, mi hanno messo davanti una pagina piuttosto semplice chiedendomi di descriverla. Guardando il curriculum, hanno letto che sono laureato in Giornalismo per Uffici Stampa e allora mi hanno chiesto una cosa abbastanza dettagliata sulla legge 150/2000 (sui tempi di attivazione dell'Urp) che io non ricordavo. Poi due domande su Obama, sulla sua politica economica e del perché dei paragoni continui con Roosevelt (questo perché il mio scritto era sul 44° presidente).

Come vedete, cari futuri colleghi (ehehe), ogni esame può sfociare in mille strade a seconda della propria esperienza personale, dal curriculum e dai compiti. Anche dai nomi e cognomi (mi aspettavo qualche domanda sul mio omonimo), dalle vie e dalle città da cui si proviene. Ad una ragazza di Napoli hanno fatto una domanda sul presidente Leone. A un ragazzo che lavorava per il Sole24Ore lo hanno tempestato di domande di economia, tutte relativamente accessibili. A un ragazzo di Catania hanno chiesto quale ricorrenza si ricordava a Messina dopo cent'anni (il terremoto, ignoranti). A un'amica che ha fatto una tesi su "cose di Chiesa" è stato chiesto cos'è il vaticanista. A una tipa che aveva vissuto 5 anni a Berlino, stando al curriculum, Insomma, non mi pare che la Commissione sia un branco di cerberi. A me pare siano stati comprensivi e umani, anche davanti a chi tentennava. Poi magari da qui alla fine della sessione saranno sfiniti e nervosi, ma credo che tutto sommato se la passino bene da quelle parti.

Altre cose chieste nei pochi altri esami a cui ho assistito: astensione e ricusazione del giudice, pena edittale, rettifica, Unci, ribattuta, leggi razziali in Italia, diritto all'oblio, menabò, 416 bis, lavoro di desk, impugnazione di una sentenza, Giolitti, opus dei, sottosegretari (chi li nomina, davanti a chi giurano, per quanto restano in carica), lobby, pluralismo, cosa ospita il Viminale, cosa ospita la Farnesina, percentuale di pubblicità in un giornale, quando il presidente della Repubblica rinvia alle Camere una legge, prescrizione.

Ho studiato dall'Abruzzino (i libroni si può dire che non li ho toccati), dall'Izzo/Ranucci e dal Carrubba. Ho dato un'occhiata al Murialdi per storia del giornalismo e sopratutto ho visto tanti tg e letto almeno un giornale al giorno. Ho anche fatto un elenco della roba che avrebbero potuto chiedermi (roba sulla Sicilia, su Obama etc) e grazie a internet ho ripassato un po' navigando qua e là.

Questo è quanto. In bocca al lupo... l'importante è che non vada così:

16 gennaio 2009

Professione Reporter



E anche questa è fatta. Se tutto va bene, questo è stato l'ultimo esame della mia vita. E non venite a dirmi che gli esami non finiscono mai, defilippiani che non siete altro. Dopo l'università e il master, entrambi con la parola "giornalismo" nei loro lunghi titoli, l'esame di abilitazione a professionista è la chiusura di un capitolo. Cosa cambia? A parte la possibilità di potersi fregiare del titolo e qualche agevolazione previdenziale, non credete cambi granché... Non è vero che entriamo gratis nei cinema! (Ad alcune mostre e musei sì, ok, ma anche da praticante).

E comunque non è questo il punto.
Avere un tesserino da professionista comporta obblighi e responsabilità. Di certo l'Ordine, istituzione di cui non sono grande fan, come sapete, quando consegna il tesserino non ti allega un contratto di lavoro. La situazione del giornalismo in Italia è tragica, per gli interessi economici e politici che girano intorno, per l'alta concorrenza, per le scelte degli editori di economizzare sempre e comunque. Avere un tesserino di questo tipo non necessariamente significherà che un editore preferirà me ad un altro, magari meno preparato ma magari con meno pretese contrattuali.
Al di là delle scelte sul mio futuro (che visti i recenti turning points vedo comunque in maniera molto ottimista) il risultato di questo esame è una soddisfazione personale per quello che rappresenta: la fine di un percorso, e un enorme peso sullo stomaco in meno.
E già che ci sono vado ad alleggerirmi anche il portafoglio pagando la retta...

5 gennaio 2009

Turning Points (3)



Ebbene sì, l'altro Marco sono io.
Il punto di svolta più grande e importante tra quelli che vi suggerivo in queste ultime settimane è proprio il mio trasloco a Torino con Stefania e l'inizio della nuova avventura con Edizioni BD, che risalgono ormai a un mesetto e mezzo fa. Lascio quindi l'amata-odiata Sicilia e mi sposto in una città tanto bella e vivibile quanto fredda e gigantesca, e mi sposto a lavorare come redattore "fisso" per una delle realtà editoriali più vivaci e interessanti. Marco Schiavone, tra l'altro, è stato il primo editore a pubblicarmi al di fuori delle autoproduzioni (su Alta Fedeltà vol.3, anno domini 2005), quindi tutto sommato è un cerchio che si chiude. Le prospettive sembrano buone, l'ambiente è vivace, i fumetti e i libri uno più belli dell'altro, e gli incarichi che mi si prospettano intriganti e coinvolgenti. Insomma, sono dello spirito giusto per una svolta di questa caratura :)