29 novembre 2005

Play the game



L'ho beccata sul sito Svencentral.com. Carinissima, no?
E ne approfitto per mettere il testo della canzone dei Queen che ho citato nel titolo:

Open up your mind and let me step inside
Rest your weary head and let your heart decide
It's so easy when you know the rules
It's so easy all you have to do
Is fall in love
Play the game
Ev'rybody play the game of love

When you're feelin' down and your resistance is low
Light another cigarette and let yourself go
This is your life
Don't play hard to get
It's a free world
All you have to do is fall in love
Play the game everybody play the game of love

My game of love has just begun
Love runs from my head down to my toes
My love is pumping through my veins (play the game)
Driving me insane
Come come come come play the game play the game play
the game play the game

Play the game everybody play the game of love

This is your life - don't play hard to get
It's a free free world all you have to do is fall in love
Play the game yeah play the game of love
Your life - don't play hard to get
It's a free free world all you have to do is fall in love
Play the game - ev'rybody play the game...

(Freddie Mercury, da The Game)

28 novembre 2005

Post ancora più acido (come il fumetto)



Il mondo del fumetto fa schifo.
E' un mondo piccolo, dove ci si conosce tutti. E' popolato di gente con poca vita sociale, sempre china su tavoli da disegno e tastiere. Ex (?) nerd che vengono galvanizzati dal successo che in un business così piccolo arriva anche per chi si trova ai livelli più bassi... e ci si sente una star. Mi ci metto pure io, eh. Fa piacere essere fermati per i corridoi di Lucca Comics per un autografo.
Però è una torta piccola da dividere in pochi, con ogni mezzo. Non parlo solo di venduto, ma di immagine, non so se mi spiego. Un lavoro alienante e spesso frustrante ha i suoi momenti di gloria nelle fiere, nei raduni, nell'ascensione della pubblicazione.

Stimo e sto facendo mia la filosofia del buon Giovanni di Gregorio, che in versione sintetica e depurata è quella sopra. Solitamente lo rimprovero dicendo che esagera, che non è poi così male. Che ci sono tante brave persone. Professionisti onesti e sinceri. Ma a volte penso alla percentuale di malelingue e complottisti che popolano il settore e a quanto male mi sentivo a questa Lucca Comics. E mi dimentico delle brave persone che ci sono, con cui bevo volentieri una birra, mi pizzico bonariamente su forum e fiere, sento a telefono per parlare non solo di fumetti.
Giovanni, ad esempio, è una di quelle persone, e ci tiene a sottolineare il malessere che prova ad essere, consapevolmente, un membro di questa categoria. Già si è stufato di un mestiere che lo ha visto correre verso ottimi risultati in poco tempo. In questo abbiamo molto in comune, solo che io, a differenza di lui, non mi ero mai fermato a riflettere sui lati negativi.
Nei cinque (sic!) anni di vita di ComicUs.it la rivista elettronica si è trasformata varie volte, crescendo in completezza e notorietà. E' risaputo che quando aumenta stima e notorietà in un settore, specie se piccolo, si attirano invidie e maldicenze. Non importano i fatti: la coscienza pulita non viene dimostrata con i fatti. Nel nostro caso, recensioni, analisi e news imparziali. Nei casi in cui si possa dubitare dell'imparzialità, si evita di recensire. Io, ad esempio, non parlo più di roba edita da Italycomics, Bd o Free Books, case editrici con cui ho collaborato recentemente. Non che non possa parlarne liberamente, ma semplicemente, vorrei evitare di dare spago alle solite malelingue. Che ahimé, trovano comunque di che sparlare. Ma come fanno? A cosa si appiccicano? A nulla! Infatti basta andare oltre l'acidità e le accuse, sentire l'altra campana (cioè noi), e vedere che certe maldicenze si appoggiano su niente. Solo che abbiamo sempre seguito la strada "non ti curar di loro ma guarda e passa".
Mi sono stancato. Voglio fermarmi, guardare e rispondere.
Con Andrea Materia era nata l'idea di "Brand New feedback" mentre, da autore, parlavo con lui della rivista su cui verrà ospitato Pianeta Rosso. Ci sembrava una buona idea, che univa la concezione moderna della rivista e l'attenzione all'opinione dei lettori di ComicUs. Ed è nata una collaborazione spontanea. E' cambiato qualcosa su ComicUs o sul forum nei confronti della Free? No. Assolutamente. Anzi sul forum c'è stata una sterzata "repressiva" (azione indipendente come sempre dei moderatori su cui non mi sono pronunciato ne prima ne durante ne dopo).
Il caso vuole che qualche mese prima ci eravamo messi d'accordo per uno scambio pubblicitario: la nostra pubblicità sugli albi Free per quattro mesi in cambio di un loro banner nel nostro sito per quattro mesi. Abbiamo ovviamente accettato.
I complottisti di turno hanno immaginato chissà quale collusione. Inutile spiegare loro che con Andrea mi trovo bene, che credo nel concetto di base di Brand New, che stimo il lavoro della Free. E' per paura delle opinioni altrui che tempo fa rifiutai la proposta di Marco Schiavone di un banner di BD su ComicUs, dietro pagamento. Per una volta che ho deciso di soprassedere e fottermene, piovono le voci di complotto. Chissà se Truffaut o Antonioni, o tutte quelle figure con cui non oso paragonarmi che erano autori e critici nel proprio stesso settore, si facevano tutte queste seghe mentali.
Dovrei tornare a fottermene, fare il mio lavoro, amare il fumetto. Sentirmi libero di parlarne (da critico) o di farne (da autore) fregandomene delle malelingue.
Se ComicUs fosse rimasto un piccolo sito amatoriale, se non facessimo 10 mila visitatori la settimana, se non avessimo il forum più attivo di internet, probabilmente nessuno si curerebbe di amicizie e collaborazioni, per quanto limpide o sincere. Avrei meno soddisfazioni, ma vivrei più tranquillo.
Se tra 7 mesi, come detto a Lucca ad alcuni amici, lascerò ComicUs, la darei vinta agli ex nerd frustrati con manie di protagonismo che non trovano di meglio da fare che scagliarsi contro una rivista di critica e informazione fondata solo sulla buona volontà e la passione dei suoi collaboratori. E' quindi una questione d'orgoglio se me la sto ripensando.
Ho il raffreddore da tre giorni, i muratori che mi smontano il bagno da due ore, un esame il giorno 7 e varie incazzature. Ho iniziato la giornata col piede sbagliato, e questo messaggio ne è la conseguenza. Non chiederò scusa.

25 novembre 2005

Post acido (come il latte)

Sono rincoglionito dal raffreddore (mi piace fare lo splendido girando sotto la pioggia Palermo-Palermo...) e questo è il massimo di post che riesco a scrivere oggi. Apprezzatene la profondità.

Allora avete presente questo?



Secondo me finirà da queste parti:



Dovranno dirci grazie!

24 novembre 2005

Professor Rizzo strikes back (home)



Appena tornato da Palermo. Un paio di giorni in giro, in compagnia di amici che vedo ahimè più raramente, e sopratutto le prime due lezioni con il primo e il secondo anno della Scuola del Fumetto. I ragazzi del secondo anno li conoscevo già, ed erano certamente più motivati e preparati, lo hanno dimostrato con i loro interventi. Gli studenti del primo li devo ancora inquadrare, spero che arrivino ad interessarsi come i loro colleghi: impareranno meglio e prima il mestiere. In effetti continuo a chiedermi come possa succedere che ci siano aspiranti fumettisti che non leggono fumetti. Beh, è vero anche che ci sono esimi colleghi professionisti che ammettono tranquillamente di non leggerli (non dico seguire il mercato, ma almeno vedere cosa c'è in giro). Come se un musicista dicesse di non sentire musica. All'in fuori della sua, ovvio. Mah.
Comunque, spero non si siano annoiati, le lezioni sono state molto "vivaci" - per usare un eufemismo - e di scambio continuo, più con i secondini (li chiamerò così d'ora in poi, perfetto!) che con i primini ( ) per ovvi motivi di preparazione.
Questa volta abbiamo un po' discusso del fumetto in generale, seguendo Scott McCloud nel suo snocciolamento del termine Arte Sequenziale, e ovviamente il discorso è stato molto teorico e a tratti filosofico (urgh!). Dalla settimana prossima si entra nel vivo della Storia. Spero di aver fatto una buona impressione e che non si siano annoiati. Se si divertono loro mi diverto anche io!
Tanto mi pagano uguale.
PS: intanto nel menu a destra da stasera ci sarà il link alla pagina con appunti, programma e quant'altro.

21 novembre 2005

La guerra è finita

“Vivere non è possibile”
Lasciò un biglietto inutile
Prima di respirare il gas
Prima di collegarsi al caos
Era mia amica
Era una stronza
Aveva sedici anni appena

Vagamente psichedelica
La sua t-shirt all’epoca
Prima di perdersi nel punk
Prima di perdersi nel crack
Si mise insieme ad un nazista
Conosciuto in una rissa

E nonostante le bombe vicine e la fame
Malgrado le mine
Sul foglio lasciò parole nere di vita
“La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me”

Emotivamente instabile
Viziata ed insensibile
Il professore la bollò
Ed un caramba la incastrò
Durante un furto all’Esselunga
Pianse e non le piacque affatto

E nonostante le bombe alla televisione
Malgrado le mine
La penna sputò parole nere di vita
“La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me”
E nonostante sua madre impazzita e suo padre
Malgrado Belgrado, America e Bush
Con una bic profumata
Da attrice bruciata
“La guerra è finita”
Scrisse così.


(Baustelle, da La Malavita)

Vi suggerisco questo disco e vi invito ad ascoltare questa canzone, conditi da poca joie da vivre nelle parole, ma manifesto della nostra generazione incerta e sbattuta e destra e a manca.
Rock? pop? elettronica? punk? canzone d'autore? Non riesco a definirli sti Baustelle, ma chi se ne fotte, mi piacciono molto e lo devo al buon Firpo che li ha resi la colonna sonora in quel di Lucca (ci credete che stavamo in piedi fino alle 4 davanti la TV ad aspettare che passasse il video di La guerra è finita?)
Li sto facendo conoscere qui giù tra Palermo e Trapani (Pietro già li ama!), in attesa del concerto da ZsaZsa venerdì 16 dicembre a cui ovviamente non posso mancare!

19 novembre 2005

Animal SuperMan



La notizia di Grant Morrison su una nuova serie di Superman, quando iniziò a circolare un annetto fa, mi riportò alla mente una delle più grandi mangiate di mani nella mia vita di appassionato di fumetti, ossia quando nel 2000 Grant rivelò che insieme a Mark Millar, Mark Waid e Tom Peyer avevano proposto l'anno prima una sconvolgente revisione delle testate dell'uomo d'acciaio, di cui i quattro iconoclasti autori avrebbero preso le redini. La proposta risultava così sconvolgente che i piani alti della DC la rifiutarono in toto. Tutto sommato ci finì bene, visto che arrivarono i cicli di Loeb & McGuinnes e Kelly & Kano, che ci hanno regalato perle come Action Comics #775 (con una contrapposizione non troppo velata tra l'eroe tutto d'un pezzo e quelli cinici e violenti à la Authority) e il ritorno di personaggi e situazioni Silver Age.
Morrison, invece, come prevedibile sarebbe stato tra gli eccellenti quattro rifiutati quello che più avrebbe osato. Il paradosso, però, è che quello che l'autore di Invisibles proponeva non era poi così insensato, seppure forse effettivamente un po' estremo per un personaggio che in quel periodo cercava di catturare un pubblico giovane e poco avvezzo a sviluppi cervellotici.

Per Morrison, Superman è Gesù. O meglio, verrebbe visto dalla gente comune, come un tizio che vola sopra le nostre teste, che predica il bene, compie miracoli, ed è pure morto e risorto. Martha Kent ha partorito per immacolata concezione (aliena intercessione), la S sul petto è composta da i due pesci che nuotano l'uno contro l'altro, icona della tradizione ebraica. Alcune delle tesi di Morrison sono certamente esagerate, per non dire forzate, ma di certo molto raramente questo aspetto è stato approfondito come si deve (anche ai tempi della "Morte di Superman"), e sopratutto non è stato approfondito da un genio come Morrison.

Parliamoci chiaro: io ADORO Grant Morrison. Non riesco ad essere imparziale o razionale con lui. Lo trovo uno degli scrittori migliori di questo secolo, un visionario furbacchione drogato che pretende lo sforzo del lettore persino nei dialoghi (apparentemente insensati, spesso tra l'enigma e il gioco linguistico) dimostrandogli rispetto reputandolo intelligente. Condividiamo la passione per certi generi e certe tematiche, ed è un maestro assoluto nel "metafumetto" e nell'improvvisazione di trame su lunga gittata (basta vedere Animal Man). Poi ha quell'atteggiamento da rockstar arrogante e spaccona che lo rende ancora più affascinante e fidelizza il lettore.

Con aspettative talmente alte (e aspettative altrettanto alte su Frank Quitely, altro genio fumettistico) ho letto All Star Superman #1, la serie dove è stato permessa finalmente carta bianca al genio scozzese sul personaggio più iconico del mondo del fumetto.
E Grant si è mosso con rispetto spiazzando tutti. Riporta Clark Kent ad una dimensione dove tutto è più naif, Luthor è male assoluto, Lois è determinazione, Clark è imbranataggine. Lois non sa ancora che Superman è Clark Kent, e l'Azzurrone è maestoso e potente, merito anche dei disegni di Quitely a metà tra l'eleganza di Neal Adams e la stilizzazione di Bruce Timm, quindi nato per disegnare Superman.
Ma io, che avevo seguito le elucubrazioni di Morrison sul concetto Superman-Gesù, mi sono trovato spiazzato dal fatto che invece Morrison aveva preso un'altra strada (almeno per questo primo numero): il recupero della naiveté silver age che tanto adoro (e che tanto sto apprezando sugli Showcase). Unite concetti semplici ("il nuovo potere di Superman", "la bomba umana", "la vendetta di Luthor") tipici di un intero filone storico-narrativo e rielaborateli in Morrison-style. Viene fuori che quei concetti sono ancora validi, che quelle idee sono ancora percorribili, che forse l'autentico Superman è questo. Dalla Silver Age Morrison non prende i personaggi come ha fatto Loeb (una maniera se vogliamo dire semplicistica di omaggiare il passato), ma prende la Silver Age stessa nella sua essenza pura, e ci gioca in chiave postmoderna.

L'altro ieri ho letto All Star Superman, e la stessa notte ho visto il trailer del promettente Superman Returns di Bryan Singer. Breve ma intenso, folgorante ed emozionante.
La mattina dopo mi è venuto spontaneo prendere dal cassetto la t-shirt di Superman.
In momenti come questi sono felice di essere un lettore di fumetti.

PS: altri pensieri di Morrison su Superman, direttamente dalla sua bocca, li trovate qua.

16 novembre 2005

Quel simpatico clandestino della porta accanto

Guardate qua. Storie di ordinario pregiudizio, nella Repubblica delle Banane. Diventa quasi divertente, nella sua assurdità...

13 novembre 2005

Professor Rizzo?!?

Una delle belle offerte di lavoro in quel di Lucca mi è stata fatta dagli amici della Scuola di Fumetto di Palermo .
C'ho pensato un po' su, visto che è un periodo pieno di impegni e responsabilità, ma appena ho accettato, mi sono chiesto come mai ho pure osato rifletterci, visto che è un'occasione unica (specie vista la mia età) e prestigiosa.
Dalla settimana prossima farò parte del parco docenti della Scuola, e quest'anno terrò i corsi di Storia del fumetto ai ragazzi del primo e secondo anno.
Userò questo mio sito anche come fonte per i ragazzi, creando una pagina apposita da dove potranno scaricare materiale, appunti, slide.
Finalmente, dopo tanti corsi e minicorsi nelle scuole e nei licei, e dopo alcune lezioni sporadiche da esterno alla stessa Scuola del Fumetto, avrò un impegno fisso, che mi permetterà di gestire il corso come intendo io, con più tempo a disposizione, spaziando tra le diverse correnti, incentrandomi su alcuni autori in particolare, approfondendo l'aspetto sociologico-semiotico, legando fatti ed eventi storici con la storia del fumetto (ad esempio, la Guerra fredda, la II guerra mondiale, il '68) unendo la mia passione per la Storia a quella per i fumetti e sperando di rendere così più interessanti le lezioni.

12 novembre 2005

Acquisto obbligato per i nerd Silver Age

Come potevo non acquistarli??



Più di 550 pagine in puro bianco e nero con tre anni di Superman e di Lanterna Verde. Pezzi di storia del fumetto nella deliziosa naiveté Silver Age, con i disegni sempreverdi di Gil Kane e Al Plastino e alcune storiche prime apparizioni (Brainiac, Super Girl, Mr Mxztptlk, Sonar, Sinestro...). E prezzo di lancio di 9,90 $ invece di 16,90 $ per questi primi due volumi della collana (che proseguirà con altri recuperi Silver Age da Justice Legue, Metamorpho (?), Jonah Hex (???), Flash e altri ancora).
Godo.

9 novembre 2005

Deogratias

Pubblico qui prima che su ComicUs.it questa recensione di un ottimo fumetto, suggeritomi da Giovanni Di Gregorio, amico, collega e fan #1 di Brad Barron.



Deogratias (ed. Stampa Alternativa, bross. 74 pagg, col., 12 €) testi e disegni di Jean-Philippe Stassen

Un milione di morti, due milioni e mezzo di profughi. Uno dei più atroci massacri del ‘900, una delle sanguinose eredità del colonialismo, un disastro umanitario.
Nel ’94, in Ruanda, un’estate torrida faceva da sfondo agli scontri tra due “etnie”, gli Hutu e i Tutsi. La divisione in etnie era stata data dai coloni belgi e francesi, basandosi solo su caratteristiche somatiche, disturbando la quiete di una nazione che fino ad allora non conosceva questo tipo di divisioni. Una campagna d’odio gestita non si sa ancora da chi, tramite i mass media Hutu, culminò nel misterioso omicidio del presidente Juvenal Habyarimana, la cui colpa ricadde sui Tutsi. Diffusasi la notizia dell’assassinio, l’inizio degli scontri. Villaggi bruciati, stupri, massacri a colpi di machete… mentre dalle verande d’occidente si stava a guardare e l’Onu veniva costretto all’immobilismo.

Deogratias è un povero bambino Hutu, che si innamora di Apollinaire, figlia di una prostituta Tutsi e di un missionario francese. Rifiutato dalla ragazza, flirta con la sorella Benigne, la quale si innamora del ragazzo. Una storia d’amore “qualunque” si arricchisce di comprimari e si muove tra i flashback, mentre andando verso la fine del volume aleggia sempre di più l’ombra del massacro, che ci porta infine a comprendere lo stato di Deogratias, il suo ruolo in quei mesi terribili, e gli abissi di follia che circondano il personaggio.
Non è, come si può vedere, un approfondimento giornalistico su quei terribili giorni, a causa della scelta dell’autore, Jean Philippe Stassen, di concentrarsi sulle vicende di gente comune (o quasi), individui che vengono sfiorati o calpestati dalla Storia, diventandone vittime e sacrificando le loro piccole, individuali, meno importanti storie di vita. Stassen innalza di rango invece queste storie di vita comune e fa passare in sottofondo la Storia con la S maiuscola, usando riferimenti precisi (nell’ambientazione, ma anche nelle parole pronunciate alla radio) e calandoci perfettamente nel setting. I testi sono asciutti, i silenzi sono inquietanti, il sogno si mescola alle visioni di follia e ad una realtà da ripudiare.
Le espressioni dei personaggi vengono modulate attraverso un tratto morbido, essenziale, tra la linea chiara classica e l’underground americano, colorato ottimamente.
Peccato che questa edizione riduce di molto il formato originale delle tavole e, a causa della carta, le scurisce (rendendo difficoltosa la lettura delle pagine dai colori più scuri). Ma probabilmente non avremmo potuto vedere in un’altro modo in Italia questa perla edita oltralpe da Dupuis nella collana Aire Libre (la stessa de Il Fotografo e di altri fumetti di denuncia e sperimentali).

5 novembre 2005

La mia prima Lucca da attore famoso

Sintetizziamo Luca in pillole, tanto delle foto seriose/ufficiose le trovate qui, qui e qui. Qua invece gli aneddoti più scabrosi e le foto che non vedrete da nessun'altra parte (e un motivo ci sarà)

Attore famoso


Alla fine della conferenza di Comicus Marco Rizzo fa una battuta sul fatto che è stato appena immortalato su Novella 2000. Nell'uscire mi ferma un tipo con una macchina fotografica a tracolla e la tessera della stampa, e, parlando piano, mi chiede indicando Marco se quello è un attore famoso. "No, perché?" faccio io. "Eh... ha detto che è comparso su Novella 2000... magari gli facevo un'intervista..." [riportato da Sergio Calvaruso sul forum di CUS]

Niente polemiche
Negli ultimi anni la mia condizione e il mio caratteraccio mi hanno portato ad avere almeno un litigio-discussione durante la fiera. Quest'anno invece no, tutto tranquillo. Al punto che mi sono divertito di meno!

Corporazioni fasciste



Arrivato al punto accrediti alle 7 del mattino di sabato 29, la ragazzetta mi dice che non c'è il mio nome tra i giornalisti accreditati, dopo che le ho passato i nomi e i documenti per gli standisti che ho messo come espositori al MIO stand. Dice che, avendo avuto molte richieste, hanno dato la precedenza agli iscritti all'albo dei giornalisti. Quindi non importava che fossi lì in veste di rappresentante del principale sito del settore, ne che mi fossi portato PC e connessione per gli agigornamenti quotidiani, ne che un "giornalista professionista" potrebbe essere uno che si segue le partite del Sarzana per 18 mesi di fila o che scrive su L'Eco di Mantova, che non credo dedichi più delle canonoche 10 righe all'evento. Purtroppo è così che va il mondo, in situazioni come queste il paradosso della situazione da corporazione fascista (come è nata) dell'Albo dei giornalisti, viene a galla.

Uno e trino
Avrei potuto farmi accreditare da Alta Fedeltà come autore ed evitare i problemi, ma era diventata una questione di principio. In quei giorni sono impazzito spostandomi da un posto all'altro impersonando l'autore (con signing session da ComicUs e da Alta Fedeltà, e proponendo progetti), giornalista (aggiornando il sito, intervistando e seguendo conferenze), fan (spendendo un po' di soldini in fumetti). Dovrò decidere prima o poi cosa fare da grande.

Ciao Craig
Craig Thompson è una persona squisita, e Carnet de Voyage è una delle letture più belle del dopo Lucca. Inoltre siamo entrambi su Alta Fedeltà vol.4! :)

Le foto

Quel bell'uomo di Lelio Bonaccorso, troppo cattivo con se stesso mentre sfornava sketch bellissimi.

Bottero cerca un posto dove mangiare, ma Karlito non si fida.

Mi faceva pena, e gli ho chiesto se potevo fotografarlo.

Cajelli non mi è sembrato molto allegro in quei giorni.

LA foto.

Sergio sfoggia il suo nuovo colore di capelli. Mi ero illuso che fosse diventato una persona seria! :P


LA cosplayer.

Cibarie
Ho speso più soldi tra le trattorie che tra gli stand. Non mi sono ridotto peggio di come sono grazie al movimento e ai panini dell'Esselunga a pranzo, ma a cena...

Vacanze romane



Ho passato i 3 giorni successivi Lucca in giro per Roma, con il compare Dario e da solo.
Ieri mattina ho fatto una passeggiata per via Cavour, passando da S. Maria Maggiore per poi scendere fino ai fori imperiali, dove ho avuto una bella dose di orgoglio italico-romano schiaffato in faccia. Tristezza e depressione nel farmi le foto da solo, con l'autoscatto.

Cosa mi sono portato a casa
La ricetta dei ravioli all'affumicata. I ricordi delle chiacchierate nerd. Un po' di belle proposte di lavoro. I primi cinque volumi di Largo Winch. 300 a metà prezzo. Un disegno di Craig. Tre mie pubblicazioni. La facciazza del Cinico. Il DVD di Episodio III. Ore si sonno arretrate. Di certo qualche chilo in più.

3 novembre 2005

Telegramma da Roma

Tornato da Lucca ieri mattina. Pancia ancora piena di pasta e fiorentina. Litri e litri di vino. Conferenza divertentissima. Poche foto, problemi con le batterie. Buoni contatti e ottime proposte professionali. I fumetti hanno venduto bene. Ho fatto buoni acquisti, tutto Largo Winch. Domani si torna in Terronia. Ci sentiamo da lì :)