17 ottobre 2006

Tutto in 24 Ore



Ci vuole una buona dose di incoscenza per partecipare ad una 24 Ore del fumetto, una delle maratone più incredibili mai sadicamente concepite dalla mente umana. Ho accettato con tanto entusiasmo e altrettanto rimorso mi ha tormentato nei mesi successivi. Ma l'affetto per Alberto Casiraghi e Ettore Gabrielli de Lo Spazio Bianco, nonché per Salvo di Marco della Scuola del Fumetto mi ha spinto a mantenere la parola data. La maratona è innanzitutto un gioco. E' anche una sfida con sé stessi, oltre che con gli altri che partecipano. E a Palermo è stata anche una rimpatriata tra amici, tra mostri sacri come Gianni Allegra e Giuseppe Franzella e giovani rampanti come Lelio Bonaccorso e Aurelio Mazzara. E in mezzo, io, Sergio, Claudio, e vari altri rappresentanti della "media guardia" del fumetto palermitano.
Sfortunatamente mi sono beccato un'influenza, con tosse, raffreddore e mal di testa annessi che se ha favorito il delirio necessario per immaginare una storia improvvisata, mi ha fiaccato fisicamente. Infatti, mi sono perso cinque ore della maratona per riposarmi a casa, per poi ritornare la mattina dopo a completare le mie 24 tavole. Il delirio, dicevo: i cazzeggiatori/fumettisti professionisti palermitani sono notoriamente avvezzi al cazzeggio. L'imitazione di Marco Masini da parte di Roberto Di Salvo è arrivato dunque già verso le 6 del pomeriggio, mentre le sigle dei cartoni giapponesi l'hanno fatta da padrone per l'intera mattinata di domenica.
Personalmente, quando necessitavo ci concentrazione mi mettevo i fidati Led Zeppelin e gli amati Wilco nel lettore Mp3 per proseguire nelle mie tavole, dove si trovano, nell'ordine:
- un tizio in tuta dal meccanico munito di maschera da sub e ombrello
- svariati dinosauri
- un orco
- uno zombie
- un semaforo
- un medico

Potete immaginare che elementi del genere possono uscire solo in una storia favorita dalla stanchezza, dalla febbre e dalla follia circostante.
Ma al di là del massacro fisico, resta un'esperienza bellissima. Quando è passata la stanchezza fisica, è rimasto solo il bel ricordo. Un grazie quindi agli organizzatori, ai partecipanti e ai pochi neuroni rimastimi.

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