Adesso scriverò qualcosa di molto impopolare. Si, perchè ci sono determinati argomenti, il più delle volte legati a doppio filo con temi come la religione o il razzismo, che il politically correct ci ha imposto di non trattare o al più di parlarne con i prosciutti sugli occhi. Poi, certo, c'è il politically uncorrect gratuito, quello delle bestemmie buttate lì solo per fare rumore, quello delle prese di posizione "alternative alla massa" giusto per farsi notare.
Spero non vi dia questa sensazione, se dico che le tensioni in medio oriente sono tutte quasi sempre riconducibili ad una variabile impazzita: Israele. Israele è fuori posto, lì, per come è stata concepita: ritagliare spazio fisico ad altri, cacciandoli dalle proprie case e terreni, imponendo la convivenza forzata. Una scelta che ha sempre portato a tensioni e guerre civili, quando i confini sono stabiliti in suntuose sale riunioni a migliaia di chilometri di distanza. Tra paesi a maggioranza musulmana e perlopiù poveri, la vera variabile impazzita è quindi, a mio modestissimo parere, la presenza di uno "stato" costruito ad hoc da una risoluzione Onu e dalle pressioni di Inghilterra e Stati Uniti che si trova ad avere un enorme potere economico e finanziario che va oltre i suoi confini. E di conseguenza, le mire espansionistiche che un tempo non erano mancate (guerra del kippur, guerra dei sei giorni, etc), aspettano adesso solo la minima provocazione per rimettersi in moto. Prendiamo il conflitto con il Libano in corso: è come se un tizio che conosco viene a darti uno schiaffetto e tu per ripicca mi dai un calcio nelle palle.
E in tutto ciò la diplomazia si limita a due-tre giorni di minacce e a volantini che invitano la gente ad uscire da casa (un libanese su 5, oggi, non ha più una casa... e almeno per la legge dei grandi numeri non possono essere tutti terroristi).
Finchè Israele resterà ad un livello di potenza economica e militare tanto superiore ai paesi che la circondano, non potrà esserci pace lì. Perchè con tutte le buone intenzioni, con tutte le risoluzioni, con tutte le pressioni internazionali, chi combatte i lanciatori di sassi con i missili, è sempre un passo avanti. Basti pensare che mentre "i grandi della terra" parlavano di tregua e pace, a Roma, dall'Inghilterra partiva un rifornimento di missili comprato dall'esercito Israeliano.
E dico tutto ciò da persona cresciuta in un ambiente aperto alla tolleranza, in una cultura innanzitutto antifascista e partigiana, e rispettosa anche delle origini ebraiche della mia famiglia. E (scontato pure dirlo) mi rendo conto del terrore costante in cui vivono gli isrealiani ed ebrei nel mondo. Ma questo genere di prepotenze dà solo spago ai terroristi.
E veniamo a noi, a questa bella Italietta. Una maggioranza di sinistra la cui variabile impazzita sono i democristiani (ne ex, ne post, democristiani duri e puri) che il maledetto bipolarismo (e l'ancora pù maledetta ricerca dell'elettorato moderato) ci impone di tenerci dentro. Gli stessi democristiani che propongono indulti per i reati finanziari, gli stessi reati che hanno rovinato l'Italia negli ultimi anni, da Tangentopoli agli scandali dei grossi gruppi industriali ed edilizi. Però, magari qualche ex-democristiano lì in mezzo c'è, ed è meglio tirarlo fuori dai guai. Vuoi o non vuoi che un domani lo si debba candidare, in consiglio comunale o al senato?
Non avrei mai pensato di rimpiangere Berlusconi. Almeno mi sarei lamentato con qualcuno che sentivo di detestare completamente politicamente, adesso quasi mi mordo la lingua.