29 gennaio 2008

Sciacalli

Se nel resto dello stivale presto o tardi ci toccherà tornare a votare (per chi ancora ne ha sinceramente voglia), qui in Sicilia oltre alle nazionali, ci tocca inevitabilmente votare alle regionali. Ritornerà quindi a muoversi la macchina delle promesse elettorali della Regione Sicilia. Un'azienda dedicata all'assistenzialismo di alto profilo con 15 mila dipendenti (ogni sei un dirigente, ogni due un capoufficio) che mette in moto i "concorsi" durante i comizi e i festini elettorali. Immaginate dunque l'imbarazzo degli uomini politici dell'Isola davanti la possibilità di scegliere tra la candidatura alla prestigiosa e ben remunerata poltrona in Parlamento (specie con questa legge elettorale, specie a destra) e lo scranno a Palazzo dei Normanni costruito sui teschi dei futuri forestali. Ma non tanto di quei politici "a spasso" (che poi sono veramente pochi). Ma addirittura di chi un posticino al calduccio ce l'ha già. Sindaci e presidenti di Provincia, anche con solo uno o due anni di lavoro alle spalle, in tutta la Sicilia scalpitano per potersi candidare. Dimettendosi. Le voci sono sempre più insistenti, stamattina La Sicilia e l'Ansa hanno confermato in parte quello che si dice in giro. Sindaci come Scapagnini di Catania, Cammarata di Palermo e Fazio di Trapani pare che siano disposti a dimettersi per far partire un gioco di scambi di poltrone. Musotto lascia la provincia di Palermo per il Senato e lo sostituisce Cammarata. Fazio mira al Senato ma si accontenterebbe anche della Regione... insomma, stando a sentire quelle voci, sembra di vedere tanti sciacalli che si fiondano sul cadavere della dignità politica. Sciacalli-cecchini che puntano alle palle degli elettori, costretti magari ad andare a votare tre volte, ma sopratutto puntano a stipendi più alti. O in certi casi a quel ferro dietro la porta che è l'immunità parlamentare.
A proposito. L'immarcescibile imperatore D'Alì non si smentisce neanche stavolta. Pare che si sia ricordato di essere anche senatore, oltre che presidente della provincia di Trapani, e pare che per un'assurda legge del nostro ordinamento, non è possibile, da presidente di provincia, candidarsi a senatore. Chiaramente (?), è possibile da senatore candidarsi a presidente di provincia. Si tornerebbe a votare (dopo meno di due anni) di nuovo alla Provincia, per magari vedersi spuntare di nuovo D'Alì fra qualche anno, se le voci che circolano sono vere (e mi auguro di no, perché sarebbe l'ennesima palese presa per i fondelli e dimostrazione di arroganza). Di certo c'è un bel movimento, che porta chi ha paura di restare scoperto nei prossimi anni, vista la concomitanza di regionali e nazionali, a farsi due conti in tasca. E di farsi beffa degli elettori.

PS: Se qui su mi riferisco solo ad esponenti di Forza Italia (o Partito del Popolo della Libertà della Fregna della Scamorza o come minchia si chiama adesso), giuro, giuro, è solo dovuto al caso. Dopotutto non c'è molta scelta da queste parti.

26 gennaio 2008

E ora me l'ammucco io...

...nu' bello cannolo!


Che sia davvero per una specie di crisi mistica, o perché aveva subodorato che la legge gli avrebbe imposto di andarsene a casa e ha voluto uscirsene a testa alta, è la fine di Cuffaro. Non la fine del cuffarismo, dell'affidarsi alla Madonna nei casi di emergenza, delle intercettazioni tra politici e mafiosi e della politica clientelare (che in questo caso si è rivoltata come un boomerang sul governatore, come fa notare intelligentemente Attilio Bolzoni), ma è una bella notizia in questa settimana da dimenticare per l'Italia.

24 gennaio 2008

Ilaria Alpi su Il Sole 24 ore


Grazie al saggio Fabrizio Lo Bianco, Ilaria Alpi - il prezzo della verità finisce sulle pagine del Sole24 Ore, on line a questo link. Segnalo e ringrazio pubblicamente.

C'è mancato poco?

Messina Denaro sfiorato dall'arresto
durante il blitz nel covo di Lo Piccolo
I carabinieri del nucleo Ros di Trapani avrebbero seguito una panda con a bordo il super-latitante e il suo autista. Pare che l'auto fosse diretta verso la villa di Giardinello dove si teneva il summit degli altri boss della cupola. Lo stesso summit interrotto dagli arresti della polizia che hanno portato in manette Lo Piccolo e i suoi vice. La corsa di Messina Denaro sarebbe stata interrotta dopo avere appreso dalla radio la notizia degli arresti

 Una panda bianca parte da Trapani e si dirige verso Palermo. Invece di puntare verso il capoluogo, prende lo svincolo Montelepre-Zucco. Sta per addentrarsi nel regno di Salvatore Lo Piccolo. A guidare l’auto un uomo sospettato di essere vicino a Cosa Nostra, anzi vicinissimo: secondo gli investigatori è l’autista dell’altro boss che si spartisce il controllo della mafia in Sicilia, Matteo Messina Denaro. È per questo che l’auto viene seguita a distanza sin dalla sua partenza da un gruppo di Carabinieri dei Ros di Trapani, in missione autonoma. Ed è per questo che l’auto svolta improvvisamente a pochi chilometri dall’appuntamento dei due boss. Probabilmente alla radio l’autista ha sentito alla radio che il summit appena cominciato nella villa di Giardinello è stata interrotta dagli agenti della catturandi di Palermo.

Mentre Salvatore Lo Piccolo, suo figlio Sandro e i vice Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi (oggi collaboratore di giustizia) finivano in manette, la panda svolta bruscamente dirigendosi verso Trapani e fa perdere le sue tracce. Matteo Messina Denaro, così come Provenzano e Lo Piccolo, pare proprio si nasconda nel suo stesso territorio, e il 5 novembre scorso, se non avesse ritardato all’appuntamento, sarebbe finito in manette insieme al resto della cupola mafiosa. Lo rivela oggi Repubblica, basandosi su dichiarazioni di anonimi investigatori.

A questo proposito il Pm della Dda di Palermo, Nico Gozzo, ha smentito il fatto: "Si tratta - spiega - di notizie prive di qualunque fondamento".

Già con gli altri super-latitanti il blitz è stato sfiorato diverse volte. “Binnu” Provenzano era a un passo dall’arresto da parte del colonnello Riccio e la sua squadra già nel 1993, e anche quella volta in cui si nascose così bene che, durante un blitz in una riunione dei capi della cupola, non fu trovato. Gli inquirenti continuano a tenere d’occhio le tracce che conducono a Messina Denaro, e fanno affidamento sui nuovi pentiti, Franzese, Nuccio e Pulizzi. A proposito del presunto incontro mancato tra il boss di San Lorenzo e quello di Castelvetrano, secondo Franzese e Nuccio i due capimafia si sarebbero
tenuti in contatto attraverso i pizzini ma non avrebbero avuto
mai occasione di incontrarsi.
Marco Rizzo
(
da Ateneonline)

22 gennaio 2008

Saranno famosi mafiosi



Grazie a Marcuzzo S. che mi ricorda questo pezzo di storia, che ogni tanto mandano anche su Blob. E intanto...

21 gennaio 2008

Cuffaro secondo Travaglio

Dal blog Voglio Scendere, che Marco Travaglio condivide con Gomez e Corrias:
La verità è che la contestazione del favoreggiamento mafioso, ora derubricato a favoreggiamento non mafioso, ha di fatto salvato Cuffaro da un processo che poteva segnare la fine della sua carriera politica. Senza l’aggravante mafiosa, il governatore beneficia dell’indulto e i 5 anni di pena diventano 2. Niente carcere, dunque, in caso di condanna definitiva. C’è l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, ma non scatterà mai perché il reato cadrà in prescrizione - grazie alla legge ex Cirielli - tra un paio d’anni, probabilmente prima che si chiuda il processo d’appello. Così, paradossalmente, Totò pur condannato ha vinto la sua partita, mentre la vecchia Procura l’ha rovinosamente persa. Perché non ha voluto giocarla.
Il resto del post, con condivisibili dichiarazioni su Mastella e una chiara spiegazione della spaccatura nella procura di Palermo, lo trovate qui.

18 gennaio 2008

Una questione di probabilità

Davvero credevamo di toglierci dai coglioni Mastella e Cuffaro nel giro di due giorni?

Chissà se queste storie daranno da pensare. Chissà se qualcuno si accorgerà della gravità delle accuse e le dietrologie verso la magistratura da parte (anche!) di esponenti del centro-sinistra dagli scranni del parlamento. "Che ministro della giustizia sarei se non sono riuscito a difendere mia moglie?"... EH?????

Chissà se qualcuno farà notare al presidente che anche senza l'aggravante mafiosa (ma ci sono altri due gradi per discuterne) l'accusa di favoreggiamento è comunque gravissima, e non ci sono davvero (anzi, non ci sono dall'inizio) più scuse per rimandare le dimissioni?

15 gennaio 2008

La non banalità del male

Ultimamente mi è capitato di parlare spesso della complessità dei personaggi "cattivi". Ne ho parlato in classe, quando abbiamo teorizzato le figure su cui costruire una storia, e ne ho discusso anche in redazione dopo la bagarre sul Capo dei capi. Amici del "continente" mi hanno chiesto in proposito la mia opinione da siciliano eternamente scontento, quindi ne approfitto per scrivere un post sul blog ad hoc.


Se mi chiedono se Il Capo dei capi o L'Ultimo Padrino influenzano i giovani siciliani, io rispondo con un secco no. No, perché non li influenzano come non li influenzano Il Padrino o Tekken o qualunque altra "esaltazione" della violenza. E il fatto che i personaggi siano reali non cambia niente. Più o meno. Ritengo che l'influenza dei Riina e Provenzano/personaggi delle fiction debba per forza basarsi su un humus già "negativo", per così dire. Non venite a raccontarmi che un ragazzino di Via Libertà o Viale Strasburgo che frequenta il liceo Meli (giusto per semplificare con qualche luogo comune la Palermo Bene), dopo avere visto le fiction incriminate, va a dedicarsi al furto di motorini o cerca di entrare nella mafia. O comunque attua un comportamento anti sociale come diretta conseguenza. Se gli è stato spiegato da coloro che veramente formano una coscienza (non solo civica) cosa è corretto e cosa no, e cosa significa la parola mafia, non si farà influenzare. Ovviamente escludiamo dal discorso soggetti psicolabili o simili. E' chiaro invece che il tredicenne che proviene da una famiglia disagiata, dove non la mafia, ma anche solo la mentalità mafiosa, non vengono condannate, anzi sono incoraggiate, potrebbe trovare la sublimazione dell'eroe nello schermo della Tv. Ma il politicante di quartiere o lo "zio" del circondario non hanno lo stesso fascino? Anzi, quel fascino non è più concreto, diretto, e quindi efficace? Ovviamente il risultato non è comunque matematico. I bambini sono meno stupidi di quanto vogliono farci credere. Anche i più ignoranti. E le teorie della comunicazione si sono evolute negli ultimi decenni, dalla Two step flow of communication in poi. Ma credo che questo sia risaputo. Invece non è risaputo, forse, che in Sicilia chi si raduna a Ballarò per vedere il Capo dei Capi tra festoni e applausi (sempre che sia davvero successo), non ha bisogno delle fiction per essere un potenziale mafioso - a più gradi. Ci basta "l'istituzione mafia" a plasmare gli animi, con eroi in carne ed ossa, nel quotidiano. Il parente che fa il dipendente regionale su raccomandazione, l'amico che ha comprato lo stereo a due soldi perché rubato.

E' chiaro che c'è una dose di responsabilità nella rappresentazione dei personaggi. Sia per una questione per così dire morale (appunto di responsabilità) dell'evitare le apologie, più per onestà intellettuale dello scrittore, che per il timore reale di qualche emulazione. Ma mi rendo conto che quando si scrive di personaggi "cattivi" o comunque negativi ci si lascia prendere facilmente la mano. Dei fumetti che sto scrivendo in questi mesi, tre su cinque hanno per protagonista un "cattivo". E ho visto come sia divertente, intrigante e anche difficoltoso dare una motivazione e una caratterizzazione al "cattivo" che approfondisca realisticamente la psicologia più di un semplice "è buono e basta" o "è cattivo perché il papà lo picchiava". Ci si lascia prendere la mano, dicevo, dalla fascinazione del male, quasi morbosa, che è la stessa che spinge sei milioni di spettatori a seguire le gesta di un assassino come Provenzano o Michael Corleone. Per quel dovere morale di cui sopra, ma anche per riportarci con i piedi per terra e svegliarci da quella fascinazione, bisogna periodicamente ricordare la malvagità del villain. Nel Padrino parte II, quando abbiamo empatizzato fin troppo con il protagonista, Coppola e Puzo ci mostrano come sia freddo e inumano con la sua stessa famiglia, addirittura spietato. Il Dottor Destino, Magneto o il Joker, se in certe loro uscite risultano onorabili, ammirevoli o meritevoli di una certa pietas, presto ci ricordano che sono dei mostri disumani, degni contraltari del bene assoluto in cui è più facile identificarsi per una questione "morale" che va oltre la mera fascinazione. Nei Soprano, serial che ho amato e seguito dall'inizio da un anno a questa parte, pur mostrandoci il lato simpatico, piacione del protagonista, ogni tanto ci viene scaraventata addosso una violenza cruda e quasi fastidiosa che ci distacca dalla contemplazione del male, dal "tifare per i cattivi". La stessa violenza "repellente" che è necessaria per motivi di etica quando si parla di Provenzano e Riina. "Quello che la fiction, la narrativa, deve fare è entrare nelle cose, mostrare i meccanismi e le contraddizioni. Quello che dovrebbe starci attorno è una corretta informazione", ha scritto Carlo Lucarelli ha proposito de Il Capo dei Capi. Concordo: educare alla legalità non spetta alla fiction, perché è una causa persa in partenza, specie se lo scopo della produzione è tutt'altro che divulgativo. Meglio le docu-fiction, meglio gli approfondimenti, meglio la lettura dei giornali e dei libri. E invece di leggere i Promessi Sposi o Dante Alighieri (che bisogna conoscere, per carità), i nostri professori d'Italiano facciano leggere Il giorno della Civetta o anche I Complici. A costo di risultare un vegliardo, potrebbero restare più impressi della parabola di Riina in Technicolor, anche a chi di Riina ha un bel ricordo in famiglia.

9 gennaio 2008

Ilaria Alpi su NeuroComix e Il Mucchio

Ilaria Alpi - Il prezzo della verità è argomento del lungo articolo sull'ultimo numero del Mucchio Selvaggio grazie al mio vecchio compare e collega Peppe Rizzo (nessuna parentela se non platonica, giuro). Invece su Neurocomix, brillante sito fumettistico, c'è un'intervista a me e Franz Ripoli registrata in quel di Lucca. Buona lettura.

7 gennaio 2008

Mauro Rostagno su Chi l'ha visto?

Qualche mese fa sono stato contattato da un giornalista di Chi l'ha visto? (che spesso ci si dimentica è una delle poche testate d'inchiesta in Tv) che aveva letto incidentalmente Ilaria Alpi - Il prezzo della verità e sapeva che avevo qualche informazione sul caso Rostagno. Dopo una lunga chiacchierata telefonica e una gradevole colazione qui a Palermo, oggi Dean Buletti mi conferma che il servizio su Mauro per cui ho diciamo, dato una mano, va in onda stasera alle 22:30. Buona visione.

3 gennaio 2008

Planet of the Ars

La presidenza dell'Assemblea regionale siciliana come il Pianeta delle Scimmie. E c'è pure il video (notare il simpatico montaggio) che rende l'idea di quanto sia fine, elegante e soprattutto questo grazioso oggetto d'arredamento.

Buoni Propositi per il 2008

Ripulendo l'elenco di quanto risolto o compiuto alla luce dei buoni proposito degli scorsi anni.

1- più autocontrollo e meno rabbia
2- meno golosità e più dieta. Meno cinque chili nel primo semestre, meno altri tre nel secondo.
3- più tempo per me e meno per il lavoro. La salute ne risente e anche il tempo libero
4- come sopra, sfoltire la pila di fumetti sul comodino
5- sempre secondo la voce 3, leggere più libri
6- fare più servizi da esterno
7- riuscire a pubblicare entro l'anno almeno 3 dei cinque volumi in cantiere
8- rivedermi dalla prima puntata Lost e Buffy
9- avere indietro tutti quei dvd, libri e fumetti che ho prestato in giro per gli amici. Ci riprovo ogni anno...
10- tesserino da professionista entro l'anno. Non ci sono cazzi.
11- mettere tutti i miei fumetti in un unico posto. Difficile anche per questioni pratiche ma chissà...
12- una vacanza. Sigh...

2 gennaio 2008

Freddo augurio

Buon 2008 freddoloso con i pupazzi di neve telepatici invulnerabili killer dall'oltre spazio