31 maggio 2008

Lost IV season finale



Minchia. I soliti geniacci: un cerchio perfetto.

28 maggio 2008

Indiana Jones IV



(La recensione contiene qualche spoiler...)

Gli elementi chiave ci sono tutti. Il cappello e la frusta, ovviamente, la silhouette che introduce il personaggio, la spalla, gli inseguimenti rocamboleschi, il traditore, la femme fatale e la donna da amare, la quest per un oggetto mitologico. E non mancano nemmeno le strizzatine d’occhio ai fan della saga di Indiana Jones, con più o meno sottili riferimenti ai precedenti episodi della saga. Evidentemente, se i primi tre film sono perfettamente apprezzabili a sé, questo quarto capitolo di Indiana Jones, ha bisogno di far contenti i fan, che si aspettavano un ritorno di papà Sean Connery e si emozionano per una sbirciatina all’Arca Perduta.


Ma se i precedenti film tutto sommato, pur esagerando, si potevano ritenere piuttosto realistici, il patto di complicità siglato dallo spettatore sembra costretto a rinnovarsi ogni 15 minuti, con scene che giocano al rialzo sulla spettacolarità e l’improbabilità, a partire dalla dimostrazione da parte degli sceneggiatori David Koepp e George Lucas che Indy può sopravvivere ad una esplosione nucleare.
Lo scoppio della bomba atomica su uno dei siti dei test nel deserto nordamericano conclude la sequenza iniziale del film, che per una buona metà costruisce delle attese presto deluse da un finale tirato per le lunghe. Ma non è la presenza degli alieni come elemento chiave della missione a disturbare, né lo spostamento cronologico della narrazione o il calo dell’ironia. Pur essendo di vent’anni più vecchio, Indiana Jones/Harrison Ford è sempre affascinante e carismatico, e gli anni ’50 sono un’ambientazione piena di spunti (basta vedere il look di Mutt/Shia LeBeouff). Poi il caratterista John Hurt ci regala un’interpretazione come sempre interessante, l’algida Cate Blanchett interpreta a dovere una fredda spia sovietica (anche se il doppiaggio ci regala qualche involontario momento comico), e Stephen Spielberg offre il consueto manuale di regia.
Piuttosto, a livello di sceneggiatura tutto appare forzatamente esagerato, un gioco al rialzo che trasforma Indy più in un supereroe “fantascientifico” che un avventuriero “realistico”.

Gli appassionati di cultura pop, magari, potrebbero giustificare la trovata degli alieni circostanziandola con il citazionismo di cui la saga è impregnata. Se i primi tre film fanno riferimenti ai pulp magazine degli anni '20 e '30, da Tarzan (citato esplicitamente anche nel IV), a Doc Savage, passando per The Spider, questo Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo è pieno di citazioni dalla fantascienza degli anni ’50 (da Bradbury ai fumetti di sci-fi della Ec Comics).

Il divertimento è comunque assicurato. Se il film (come spesso in questi casi) può lasciare perplessi i fedelissimi, lo spettatore occasionale potrà divertirsi abbuffandosi di pop corn. Alla fine, è questo che conta.

(da Ateneo)

23 maggio 2008

Lenzuola Bianche

Zero Tolleranza



Anche quest'anno parteciperò all'antologico Beccogiallo/Radiosherwood curato dagli inossidabili Emiliano Rabuiti e Claudio Calia. E anche stavolta, sarò in coppia con il compare Lelio Bonaccorso, che cresce artisticamente davvero mese dopo mese. Rispetto alla storia dell'antologico precedente, questa è più breve e più giocata sul finale, ed è ambientata in Cina. Lelio poi ha usato uno stile più schizzato e improvvisato, secondo me molto ben riuscito. Zero tolleranza esce a luglio, e anche stavolta ci sarà il fior fiore del fumetto indipendente italiano (ma indipendente da che?).

Pronto, Senatore?

Sul Giornale di Sicilia di oggi c'è una mia intervista al Sen. Antonio D'Alì, più e più volte citato in questo blog, che è stato nominato presidente della Commissione Ambiente del Senato (in breve? Sì al ponte, sì al nucleare, sì a un nuovo codice ambientale...). E' chiaramente un'intervista breve e in gds-style, quindi non aspettatevi nulla di sovversivo, ma avere avuto un contatto diretto è già una cosa. Chissà che un domani non riesca a fargli l'intervista che ho in testa.

20 maggio 2008

La catena che ci lega al tavolo

Avevo promesso una catena che avrebbe cambiato per sempre la storia delle catene bloggose fumettose. Ed eccovela qua. Stavolta niente di puccioso o lagnoso o troppo privatoso, ma una catena che ha bisogno di un pizzico di egocentrismo e di una macchina fotografica.

LA NOSTRA POSTAZIONE DI LAVORO

Fotografa la tua abituale postazione di lavoro (o le tue, nel caso ne hai più di una), indicando sommariamente cosa c'è e a cosa ti serve. Poi invita alla catena altre cinque persone e sacrifica un numero di Kill Killer alla dea Kalì.

E per la prima volta, comincio io.



Da come potete facilmente intuire dalla presenza del computer, questa è la scrivania dove passo più tempo. Ci sono le uniche action figures che posseggo (Locke, GL di Ross e Leonida), il premio Micheluzzi vinto con Ilaria Alpi, delle casse per il computer o l'Ipod, un bicchierino regalatomi da un caro amico e una tazza dove tengo penne, evidenziatori, matite etc. Particolare, sulla tazza ci sta disegnato un toro che incapretta una mucca gonfiabile.
Appeso alla libreria (ai due lati della scrivania ci sono due librerie stracolme di fumetti e libri) c'è una foto del mio bis-nonno militare a Lampedusa durante la Guerra Mondiale. Mi piaceva come atmosfera e significato, ed è un regalo di mia nonna. Alla parete il poster di Pulp Fiction e parte del calendario di Hokusai dell'anno scorso che tengo ancora appeso perché bellissimo. Sul tavolo, tra post it e foglietti volanti con appunti vari, il soggetto del fumetto che sto progettando in queste settimane e la bozza della grafica del mensile dell'Università.



Di questo angolino vi avevo già parlato. Fino a qualche tempo fa poggiavo qui il computer, ora preferisco l'altra postazione per varie questioni di comodità. Qui però tengo ancora le varie carpette e carpettine, alcuni dei libri che consulto più spesso, lo scanner (a riposo) e quotidiani e riviste. Il cassetto è pieno di block notes. Alla parete, il poster del Rocky Horror Picture Show e una fotocopia di pagina 2 di Ilaria Alpi.

Taglia e cuci


Ho cambiato per l'ennesima volta il look del blog. Sintetico e raffinato, meno tamarro dei predecessori. Il tema è il kalashnikov, i colori sono solo 3, c'è pure una foto e una bio aggiornata.
Chissà quanto dura questo vestito...
A voi che ve ne pare?

17 maggio 2008

Per chi non c'era...

...e magari gli sarebbe piaciuto esserci. Grazie all'amico Fabio "Penthotal" Maglione e grazie a voi se mi perdonerete l'emozione.



Inoltre su Youtube ho messo anche la comparsata al Tg1 per Do Re Ciak Gulp e il bel servizio del Tg3. E a proposito della vicenda Alpi, vi rimando al sito dell'associazione per gli ultimi sviluppi.

15 maggio 2008

Update dell'update



Ieri ho ricevuto una piacevole telefonata, che mi ha dato l'ok a un progetto a cui tengo molto. E' in cantiere veramente da tanto, verrà disegnato da un amico e compagno di mille avventure, Sergio, ed è per un'editore con cui mi sento a casa, Beccogiallo. Nell'update di qualche tempo fa, era il progetto numero 1. E sì, posso dire che si fa e che uscirà l'anno prossimo, ma finché non firmo non dico altro. Ma ci tenevo a condividere con i miei amici lettori (e anche con chi segue il blog perché mi odia e vuole aggiornarsi sulla mia salute) questa bella notizia.

Incatenato...

Non posso esimermi. E' una catena semplice, e per di più sono stato invitato da uno che aggiorna il blog ogni morte di papa (toccati, Joseph) e un altro che c'ha un blog da tipo una settimana. Vorrà significare qualcosa no?

Le regole sono semplici:

1 - Indicare il Blog che vi ha nominato e linkarlo (basta cliccare su due link su)
2 - Inserire le regole di svolgimento (queste qui)
3 - Scrivere sei cose che vi piace fare (sta giù)
4 - Nominare altre sei persone che proseguano la catena (giù)
5 - Lasciare un commento sul blog dei sei bloggers prescelti (troppa fatica)

Le cose che mi piace fare:

1 - Brontolare quando la gente attorno a me scontrasta.
2 - Sbrasare la scherla, assolutamente.
3 - I giorni dispari, ravanare nelle dorle stando attento ai cordoli.
4 - Cucinare (e ovviamente mangiare) il cortino trentoso.
5 - Dire alle ragazze che conosco un tipo con un enorme callifrago.
6 - Andare con Ciccio Porotti e Giulio La Franza a svaligiare i cannoli!

Coinvolgo in questa entusiasmante catena:
Silvio Berlusconi, Bobby Maroni, Mara Carfagna, Giulio Tremonti, Stefy Prestigiacomo, Umberto Bossi.

13 maggio 2008

11 maggio 2008

Travaglio mi ha anticipato

Volevo dedicare un post al nostro Presidente del Senato, Renato Schifani, avvocato "onoratissimo" a Palermo, nonché uno dei protagonisti del libro I complici, di Abbate e Gomez. Oggi leggo su Repubblica.it che ieri Travaglio ha accennato qualcosa, e solo accennando ha scatenato la consueta ondata di indignazione e vittimismo (che con il suo vociare non lascia spazio alle difese o alle smentite dello Schifani di turno ma sposta l'attenzione su tutt'altro). Per chi volesse approfondire, legga questo vecchio articolo de L'Espresso (o legga I complici, che si fa un favore).

9 maggio 2008

Nani e ballerine

Lunga è la notte

Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.


Ciao Peppino, ci manchi.

8 maggio 2008

Mono #4 - la copertina

Grande, grandissimo Fabio Celoni.


A Torino Comics di giugno, salvo altri imprevisti...

2 maggio 2008

Iron Man

Il riff dei Black Sabbath mi riecheggia ancora nelle orecchie, e sono ancora gasato per un film che mi ha pienamente soddisfatto. Chiaramente, non è il filmone profondo ed artistico che ci si può aspettare (sbagliando), ma un ottimo giocattolone ben funzionante, con degli interpreti sopra la media e un Robert Downey Jr semplicemente perfetto. Alterna giustamente i ritmi e i toni, mette un pizzico di romanticismo e una trama lineare e prevedibile ma assolutamente godibile, che piace anche a chi non è un fan dei fumetti. La traccia su cui si muove è tutta improntata al realismo, inevitabile vista la natura del super-eroe tecnologico: il realistico spunto dell'Afghanistan (che nei fumetti della Silver Age era la guerra di Corea, poi il Vietnam, se non ricordo male) dà il là ad una sottotrama quasi di critica sociale. E oltre a notare che i fabbricanti d'armi vendono sia ai "buoni" che ai "cattivi", Tony Stark fa quello che farebbe un supereroe nel mondo reale. Interviene in una zona di guerra, fa la sua parte, i militari americani gli rompono le scatole, e lui si rende conto che comunque non è abbastanza.
Piacevoli i momenti comici (ma mai demenziali), e giusto spazio a tutti i personaggi di contorno, e grande emozione per il vero finale, quello dopo gli interminabili titoli di coda. Anche se rallenta un po' nel secondo tempo e la regia non brilla per l'originalità, è un ottimo film di intrattenimento, che farà impazzire i fan e piacerà ai non-nerd. Domani forse lo rivedo, magari ci trovo qualche difetto che l'emozione mi ha fatto sfuggire...
PS: Ne approfitto per segnalarvi il completissimo speciale su Comicus, che tra le altre cose ospita un'intervista che ho realizzato con il disegnatore Adi Granov, che ha reinventato il look del personaggio per il film e per i fumetti nel nuovo millennio.