Volevo dedicare un post al nostro Presidente del Senato, Renato Schifani, avvocato "onoratissimo" a Palermo, nonché uno dei protagonisti del libro I complici, di Abbate e Gomez. Oggi leggo su Repubblica.it che ieri Travaglio ha accennato qualcosa, e solo accennando ha scatenato la consueta ondata di indignazione e vittimismo (che con il suo vociare non lascia spazio alle difese o alle smentite dello Schifani di turno ma sposta l'attenzione su tutt'altro). Per chi volesse approfondire, legga questo vecchio articolo de L'Espresso (o legga I complici, che si fa un favore).
3 commenti:
In questo paese l'importante è stare zitti, soprattutto in tv. Nella scatola catodica possono transitare solo veline e calciatori, tette e culi rifatti, animali estinti di qualche paese lontano...MAI che passi una notizia vera, e quando lo fa suscita scandalo, indignazione, schifo, da una parte e dall'altra.
Fazio, secondo me, c'ha fatto l'ennesima figura di fesso lecchino...
Dei politici di destra nemmeno voglio commentare: giustamente a loro la cosa non piace, perchè stavolta è toccato a Schifani, ma la prossima? e se poi i cittadini iniziano a fare 2+2 e cominciano ad aprire gli occhi in massa? (beh, per questo penso che ci vorranno altri 150 anni)
La cosa meravigliosa è che anche la Finocchiaro ha rilasciato dichiarazioni di indignazioni nei confronti di Travaglio... certo, con il suo bel passato, anche la bella Annuzza ha da preoccuparsi!!! E pensare che voleva essere Presidente della Sicilia e che dopo la batosta è scappata a Roma a prendere posto in una delle comode poltrone dei trombati.
Siamo un paese strano: tutto il mondo parla di noi e di questi fatti (non opinioni!). Il Pais in Spagna ha dedicato un articolo al passata poco chiaro di Schifani...ma poco importa, perchè quanti sono gli italiani che leggono il Pais? pochi... Quanti sono gli italiani che leggono I Complici o i vari libri di Travaglio? pochi... Quanti sono gli italiani che guardano Fazio? Beh abbastanza da fare paura a chi ha una serie di scheletri nell'armadio...
Sono davvero indignata!
l'informazione non ha bisogno di contraddittorio. ma tutti l'hanno invocato.
ma stiamo scherzando! un notizia non ha bisogno di contraddittorio! casomai di smentite -se necessario- di scuse –se dovute- anche di querele –se previsto in termini di legge- ma una notizia non ha mai bisogno di contradditorio. immaginate un tigì in cui ogni notizia viene gestita in base alla regola del contradditorio. il giornalista lancia un servizio, per poi mandarne un altro che smentisce il precedente. ma sui tigì italiani il problema non si pone, le notizie sono già filtrate alla fonte.
vorrei dire che il problema sta nella mancata libertà di informazione, come sostiene Grillo, ma i problemi sono molti, forse troppi, l’importante e continuare a crede che qualcosa possa ancora cambiare.
Cisca e Riccardo (piacere), condivido la vostra idea. Purtroppo, l'atteggiamento di Schifani è legittimato dalle amebe che stanno davanti alla tv (anche quelle che reputavo più intelligenti, a guardare Che tempo che fa), che possono scandalizzarsi ormai solo se non vince il ballerino preferito ad Amici.
La scusa del contraddittorio è l'ennesima minchiata insegnata da Berlusconi ai suoi pard per pararsi il culo in situazioni come queste. proprio travaglio, ricordate, a Satirycon quando disse qualcosa di troppo sul biscione creò un caso. Berlusconi non si indignò per quanto detto, ma perché detto in campagna elettorale.
E' una vecchia strategia, insomma, indicare la luna e guardare il dito, che tra l'altro nella sua applicazione bipartisan sospetta che se non c'è l'inciucio in arrivo quantomeno la convergenza della tendenza elettorale del Pd non si sposta più manco verso il centro, ma direttamente verso destra.
e fa bene travaglio a dire "se non hanno fatto questi discorsi a Lirio Abbate, anzi lo hanno elogiato, perché vengono a rompere i coglioni a me?" (non ha usato proprio queste parole, ma il senso è quello...)
Da questo punto di vista sono quasi contento che Schifani abbia querelato Travaglio: visto che si parla di calunnie, forse si discuterà del merito e dei fatti, e non di quello che "circonderebbe" la discussione.
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