25 settembre 2004

Ho in mente un reality show...

Ci sono.
Mi adeguo alla massa. Anche io, da oggi, amo i reality show.
Non dico che li seguirò. Mai e poi mai. Specialmente non seguirò il vergognoso sputtanamento di quello che FU uno dei miti della mia infanzia, don Totò Schillaci a l'Isola dei Famosi (dalla regia mi riferiscono che è finito lì...).
Ma non posso isolarmi, ancora una volta, dal resto del mondo.
Quindi non seguirò Reality Show, ma li inventerò.
Ho in mente un rialiti sciou' dove 20 concorrenti (5 famosissimi, 5 un po' meno famosi, 5 apparsi al TG come testimoni e 5 perfetti sconosciuti) sono rinchiusi, nudi, in una stanza 20 x 20, con appeso alle pareti i manifesti degli sponsor (così non c'è bisogno di intervalli pubblicitari. Avranno un tappo in c**o e un occhio bendato, e una volta a settimana un lupo feroce verrà gettato tra di loro. Ogni settimana, per poter ottenere un chilo e mezzo di pane e un po' di Filadelfìa (mica l'uno, per tutti!), dovranno studiare una coreografia di balletti che manco Feim ce po'. Una volta al mese, due o tre vengono eliminati (fisicamente).
E credo questo basti come punizione per chi va a partecipare ai rialiti.

Vedete, io ho una filosofia di vita. Vivi come cazzo vuoi, ma non venire a rompere a me o al prossimo tuo. Fin quando c'erano, uno, due reality show e un paio di D'Eusanio (si scrive così?) va bene. Ma ora che ovunque, tutto è un reality show, e ovunque arrivano i reality show (tra le riviste, tra le ciuingam, persino!), tutti parlano di reality show (perchè ormai evidentemente sono sulla misura dei gusti di tutti-- tranne i miei), non ho più pace. Non basta più spegnere la TV e accendere un libro, come diceva la pubblicità progresso di qualche tempo fa. Adesso bisogna spegnere la TV e accendere la De Filippi.

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