Vi ho già parlato un po' della genesi di Mono, più che altro con una nota di colore. Vengo a rispondere a chi mi ha più o meno direttamente chiamato in causa su altri blog in discussioni sul concetto di rivista. Innanzitutto, devo fare mia un'osservazione intelligente di Manlio che secondo me spiega il malcontento di molti, lettori e addetti: “è come se ipotizzassimo che Dylan Dog ha chiuso al 100, e qualche anno dopo qualche altro editore tentasse coraggiosamente di riprenderne la pubblicazione. Tutti a stare lì a dire che come quei 100 numeri non c'è ne sono, etc. Ecco, è lo stesso parlare “a memoria””. I giudizi negativi o prevenuti sulle riviste sono spesso (non sempre!) viziati dalle aspettative. Aspettative che pretendono che le riviste oggi siano uguali e identiche a Orient Express, Comicart o Frigidaire a seconda dei gusti di chi parla. È chiaro che oggi le proposte dovranno per forza di cose essere diverse. È cambiato il mercato, è cambiato il pubblico, sono cambiati gli autori, sono cambiate le tirature. Non sta a me parlare di Motel, rivista curata da Niccolò Storai tirata in ballo insieme a Mono nei suddetti blog. Vi parlerò invece della rivista curata da me e Sergio per Tunué. Quando abbiamo preso seriamente in mano il progetto, l'idea fulminea della “monotavola” alla base della rivista si è rafforzata diventando caratterizzante e quasi obbligata. Se le riviste avevano fallito, bisognava ripensarle con una struttura nuova. Se pagare gli autori non era possibile visto che le tirature erano calate drasticamente ma non bisognava alzare troppo il prezzo, bisognava trovare una soluzione diversa. Se gli esordienti non hanno più spazi dove esordire affianco a grossi nomi proprio perché non esiste più una rivista che lo faccia, bisogna allargare quegli spazi. Mono risponde a molte esigenze, tra cui anche quelle che ho appena detto. Ecco quindi l'idea della “raffica di fumetti”. Ecco quindi la soluzione della tavola unica, non uno sforzo produttivo enorme anche per l'autore più impegnato. Ecco quindi, conseguente alla soluzione precedente, l'idea di dare il ricavato in beneficenza, che mette d'accordo tutti (ribadisco che anche i proventi del #2 andranno a Intervita Onlus, non segnalarlo sull'albo è stata una dimenticanza).
Mono risponde anche all'esigenza fondamentale di sperimentare in assoluta libertà. Scrivere storie di una tavola è un gioco, una sfida e quasi un esercizio di stile, specie per i molti autori bonelliani e disneyani che abbiamo interpellato. Pochi paletti (un tema e il limite di una tavola), assoluta libertà. Ciò a dovuto all'idea sperimentale alla base di Mono e al fatto che, come giustamente faceva notare Rrobe, il controllo “post” è quasi del tutto mancante. Ma questo è avvenuto sia perché siamo stati soddisfatti in linea di massima di tutti gli interventi avuti finora, sia perché anche una tavola “furba” può essere ben fatta, sia perché proprio lì si vede la libertà creativa ceduta dai curatori, sia perché, ovviamente, gli autori non vengono pagati, come faceva notare Roberto. Ma sta all'autore fare del proprio meglio, raccogliere la sfida e rispondere, misurandosi col lettore. Che esperimento sarebbe, che sfida sarebbe, se io o Sergio non l'appoggiassimo fino in fondo?
Attenzione, non me ne sto lavando le mani. Dico solo che non tutti gli esperimenti riescono, non tutte le sfide si vincono. Il lettore dovrà valutare quali sono riusciti e quali sono vinte, insomma quali tavole l'hanno convinto, e su questo dovrà basare il proprio giudizio, dopo avere acquistato l'albo (mi aspetto che sapendo di che tratta la rivista, se non condivide l'idea di partenza non l'acquista, anche se magari può anche cambiare idea dopo averla letta). È chiaro che attinenze o vicinanze a generi e stili vizierebbero il giudizio...
Il prossimo numero di Mono è dedicato all'acqua ed uscirà a novembre. Mare, problemi idrici, pirati, sirene, pesci, autobotti... ci sarà di tutto, prevedo. E prevedo che come è successo tra il primo e il secondo numero, avremo modo di valutare i consigli e le recensioni e aggiustare il tiro, ovviamente senza snaturare la rivista o trasformarla in un clone zombie di Orient Express o di Frigidaire.
PS: se sei arrivato a leggere fino a qua sotto, Manlio ti offirà una birra.
4 commenti:
Purtroppo il budget per le birre è finito con i commenti sul mio di blog...ma una mezza minerale non la nego a nessuno ;-)
Come diceva Guzzanti: Saggezzzza! Marco Rizzo trasuda saggezzza! E io sono d'accordo con lui.
ho detto la mia:
http://foolys.splinder.com/
ho buttato giù 2 pensierini sia su Mono che su Motel sul mio blog.
Credo anche io che sia il caso di abbassare i toni e di vedere le cose dalla giusta prospettiva.
un abbraccio fumoso
smok!
Azz, Manlio mi ha già offerto una cena! Vuol dire che ho letot fino in fondo per niente?
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