29 aprile 2009

Giochi da grandi



Un'email di un carissimo amico mi fornisce l'assist per una spiegazione a una mia uscita nel post precedente, quando parlo di cosplayer e videogamers. "Mi ha un po’ stranito leggerlo scritto da te, che mi sei sempre sembrato un 'campione' in fatto di democraticità e apertura mentale!", mi scrive, ed effettivamente, forse perché c'avevo preso la mano, forse perché ero ancora stanco, ho usato qualche imbecille di troppo.

In effetti, il mio indice dovrebbe essere puntato più che verso gli utenti finali, verso l'infelice decisione logistica di piazzare in quello snodo, uno dei due passaggi più stretti del percorso del Comicon, le postazioni per Guitar hero, con tanto di palchetto, e per le consolle. So bene lo sforzo che alino & Co. fanno ogni anno per far quadrare il cerchio con una struttura difficile da gestire come il primo piano di Castel Sant'Elmo, che un anno per la pioggia, un anno per il numero di stand in crescita, deve sempre fare i conti con questioni logistiche. Magari per l'anno prossimo può essere utile per gli amici napoletani segnarsi questo appunto. D'altra parte, resto perplesso che chi vada ad una fiera, magari sfuggendo all'Hikikomori, si piazzi davanti ad una consolle. Mi lascia ancora più che perplesso il fatto che dietro il videogiocatore ci sia una massa di 15 persone che lo guardano giocare (o play, nel senso esteso, se c'è guitar hero) per diversi minuti. Lì, la parola "idiota" sorge spontanea, specie quando al decimo "permesso, fatemi passare" il soggetto in questione ha ancora lo sguardo di chi fissa l'ipnorospo e non vuole spostarsi.



E lì, è vero, è un problema di educazione (o l'ipnorospo). Visto che è più facile creare uno stanzone ad hoc come area games piuttosto che insegnare l'educazione a una generazione di geek, forse in futuro sarà meglio fare così.
I miei due cents, sia ben chiaro.

Riguardo i cosplayer: nessun pregiudizio. Battutine dopo cena al bar quanto ne volete, per carità, ma li guardo con affetto e simpatia. Se non avessi questa panza, residuo dei bagordi universitari, anch'io mi vestirei da Wolverine alle fiere. E guardo con tenerezza certi soggetti, con esplicita richiesta di mettersi in posa per foto che custodisco in archivio e ogni tanto pubblico anche su queste pagine (vedi sopra, da Lucca 2006).

Però. Sembra che la dimensione della spada o dell'armatura sia direttamente proporzionale alla capacità di piazzarsi in mezzo al passaggio nella posa più figa, che solitamente comporta un'orizzontale distensione della spada. Quest'anno a Napoli ho rischiato la vita un paio di volte, e anche lì, è una questione di maleducazione. In un corridoio largo due metri, se mi piazzi davanti lo spadone di due metri e mezzo, o ci sbatto il muso o ti mando a quel paese poco prima di sbattercelo. Anche lì, questione di educazione (mia e del Berserk di turno).

Ora. Capisco bene che i cosplayer permettono di staccare tanti biglietti (e conseguentemente anche di finanziare, ad esempio, mostre per me interessanti), e magari porterebbero in fiera potenziali lettori. Certo, mi spiace un po' che anche una fiera "autoriale" e sempre puntata più sulla cultura che sullo spettacolo come Napoli sia ormai invasa dai cosplayer - e intendo letteralmente invasa: al momento della gara, nella stanza editori, allo stand Beccogiallo Guido teneva con sforzo le librerie dello stand, mentre io tenevo d'occhio le pile di libri pronte a cascare per la calca.
Credo che diventerò più comprensivo quando vedrò più educazione. O quanto meno, una sistemazione degli spazi tale che la quadratura del cerchio accontenti tutti.

27 aprile 2009

Tutto esaurito



Sì, perché le fiere diventano sempre più stancanti, specie quando si susseguono dopo così poco tempo (la settimana scorsa ero a Torino Comics) sia quando le cose da fare sono tante (a Napoli mi sono diviso tra lo stand BD e Beccogiallo). Ma sopratutto, tutte esaurite le copie di Peppino Impastato - un giullare contro la mafia portate in fiera (entro domenica, intorno alle 16:30). Abbiamo sfiorato il centinaio, cifra assolutamente ragguardevole per un prodotto del genere ad una fiera come Napoli, e sbancato il precedente record beccogiallesco per il Comicon. I primi commenti sono molto positivi, la mostra è stata un successo (e molte persone si sono presentate allo stand dopo averla ammirata), anche la presentazione di venerdì mattina, nonostante qualche piccolo intoppo iniziale (dopotutto, era la prima conferenza della fiera), è andata bene e gli studenti che hanno partecipato all'auditorium sembravano interessati e coinvolti.

Oltre a tutto questo, è stato un enorme piacere incontrare i tanti amici giunti a Napoli da tante parti d'Italia (e anche stavolta cerco di non fare nome, non sia mai che si indispettisca qualcuno), provare a reggere i dopocena nonostante la stanchezza e le pizze sullo stomaco, mangiare divinamente e bere sproporzionatamente, ospitare Francesco Ripoli e Roberto Recchioni allo stand BD, chiacchierare con i curiosi sui retroscena del fumetto su Peppino.
Un po' meno piacevole la ressa fuori (alla faccia della crisi) e la sistemazione dei videogame nella stanza più stretta e meno indicata, creando un imbuto intriso di sudore grazie a quegli imbecilli che stanno diversi minuti fermi a guardare altri imbecilli che giocano diverse ore alla xbox (dopo essersi probabilmente appena staccati dalla xbox di casa) e ai cosplayer che, come spesso accade, decidono di mettersi in posa nei posti più stretti e scomodi (specie se dotati di maschere ingombranti, spade o altre cose del genere).



Al di là di tutto questo, devo ringraziare alino, Antonio, Chiara e Claudia, miei principali referenti in questa edizione, per la disponibilità, la cortesia e l'impegno, nonostante le mille fonti di stress, e Giovanni, Simone e Giacomo per l'aiuto allo stand e sopratutto Guido e Federico per lo sforzo nello spingere Peppino e nel trattarci da signori (a noi che siamo tutt'altro che tali) non solo offrendoci vino e taralli, ma anche producendo questi adesivi dalle reminiscenze addiopizziane:



Il debutto di Peppino è stata un'occasione per il microcosmo fumettistico e per alcuni lettori attenti di accorgersi del talento di Lelio (oltre che della sua indubitabile bella presenza). Lelio è stato davvero un grande, facendo bella figura alla presentazione e disegnando credo sul 90 % dei volumi venduti.



A conti fatti, un'altra bella edizione per una convention a cui tengo molto e un ottimo punto di partenza per Peppino. Speriamo che ci porti bene.

22 aprile 2009

Sgarbi



Dopo avere sentito che Vittorio Sgarbi si sarebbe candidato alle europee con l'UDC mi è tornata in mente questa intervista al sindaco di Salemi condotta per L'Isola Possibile a settembre (che vi avevo promesso e poi ho dimenticato... magari è un po' datata ma credo sia curiosa). Ne approfitto per segnare un'altra tacca per l'ennesimo fervente credenti nel matrimonio arruolato dal partito e segnalarvi che sul prossimo numero del supplemento siciliano del Manifesto ci sarà un mio pezzo su Dell'Utri. E ne approfitto anche per salutarvi visto che domani parto per il Comicon di Napoli...
“Cosa Nostra? A Salemi non esiste più”
Vittorio Sgarbi, l’antimafia che non ti aspetti

Una passeggiata di domenica mattina tra le vie di una cittadina da 11 mila abitanti sotto i riflettori dei media, tra chi spera e chi non si illude. E il primo cittadino Vittorio Sgarbi, dopo aver polemizzato con un giornalista che lo ha indicato vicino a personalità sospette, annuncia un museo sulla mafia: “Ormai lo Stato ha vinto”

La mafia a Salemi non esiste. Parola di Vittorio Sgarbi. Il sindaco più mediatico d’Italia ha ingaggiato una personalissima e quanto mai peculiare lotta contro Cosa Nostra dal suo regno nel cuore della provincia di Trapani, la stessa città che ha dato i natali agli imprenditori e mafiosi Ignazio e Nino Salvo. Prima smentendo categoricamente l’esistenza di mafiosi attivi a Salemi. Poi annunciando un museo della mafia, con consulenti di prestigio, da inaugurare nelle sale del castello normanno. E infine, presentando le sue iniziative come “l’antimafia dei fatti”.
Fino a poche settimane fa, dal suo insediamento lo scorso 30 giugno, non si può dire che la mafia sia stata al centro del dibattito della giunta, impegnata su iniziative forse di maggiore risalto mediatico.

Tra i vari eventi culturali promossi (spesso con una sorprendente attenzione da parte del curioso pubblico locale), ha spiccato la presentazione dell’ultimo libro dell’ex-magistrato nonché amico di Falcone e Borsellino, Giuseppe Ajala. Tra il pubblico si trovava un volto che alcuni cittadini salemitani conoscono bene: Pino Giammarinaro. Ex uomo forte della Dc nella provincia, già deputato nazionale grazie a ben 50 mila preferenze, dimessosi perché indagato per mafia, Giammarinaro fu poi assolto grazie a dei provvidenziali quanto inaspettati silenzi davanti al giudice da parte di quei pentiti che già lo avevano accusato durante le indagini preliminari. L’obbligo di dimora e la sorveglianza speciale ancora in corso pare non gli abbiano impedito in passato di restare un punto di riferimento a Salemi in periodo elettorale. Rino Giacalone ha parlato dei suoi sospetti sull’appoggio di Giammarinaro durante la campagna elettorale di Sgarbi sulle pagine di Articolo21.it, e ha ricordato che la città è stata la roccaforte dei cugini Salvo. Tanto è bastato per scatenare la replica di Sgarbi, che stando all’Ansa ha dato del mafioso al giornalista, proprio durante la presentazione della Confederazione nazionale delle associazioni antiracket. Ha poi attaccato “l’antimafia della retorica” e ha dichiarato che “secondo loro è come se mi fossi contaminato difendendo Pino Giammarinaro”. “Di lui – ha proseguito – si scrive sempre, ma non si parla mai di un deputato di Salemi del Pd [all’Assemblea Regionale, Ndr], Baldo Gucciardi, figlioccio di Ignazio Salvo".

Fatto sta che per il sindaco e critico d’arte, la mafia, a Salemi, non esiste proprio. “Le mie non sono le deduzioni di un personaggio bizzarro, ma il risultato di inchieste fatte dal comandante dei carabinieri, che ho interrogato per stabilire quale fosse l’incidenza mafiosa nella zona”, spiega Sgarbi ai nostri microfoni. “Qui ci sono solo 27 mafiosi, 8 in carcere e 19 a piede libero, alcuni dei quali – prosegue – vivono al limite dell’indigenza non avendo neanche i soldi per comprarsi da mangiare”.
Ma il sindaco osa spingersi ancora più in là, disegnando una mappa della Sicilia che potrebbe senz’altro apparire ottimistica: “Per quello che riguarda la mia esperienza, a Piazza Armerina, a Noto e a Salemi, posso affermare in modo definitivo che la mafia non c’è. E non c’è più a Messina (forse non c’è mai stata), a Enna, a Caltanissetta, a Ragusa e a Siracusa. Forse esiste ancora un po’ a Gela e a Trapani”. “Io credo a quello che vedo e sento – spiega Sgarbi con il consueto pragmatismo – e siccome dalla mafia non ho avuto segnali non posso negare che esista, ma posso negare che esiste il rapporto con i poteri che io ho frequentato”.
La provincia di Trapani è il territorio di Matteo Messina Denaro, l’inafferrabile super-boss che il capo dei capi Provenzano chiamava “il mio caro nipote”. E la Valle del Belice, di cui fa parte Salemi, pare che sia il suo regno incontrastato. Ma Sgarbi non la pensa così: “Di Messina Denaro ho sentito parlare anche io – afferma il sindaco – e non mi pare che la sua influenza si estenda fino a Salemi. Forse arriverà fino a Castelvetrano, ma bisognerebbe parlare con le persone per capire in che modo si sente questa presenza. Il fatto che sia latitante non vuol dire che sia veramente potente”.

Ma se ci sono, innegabili, gli arresti, i mafiosi da mettere in manette devono pur esserci da qualche parte. Un esempio è senz’altro la sequenza di operazioni che proprio tra Trapani e Marsala ha decimato i vertici dell’organizzazione e portato alla luce inquietanti connivenze tra imprenditoria, politica, massoneria e mafia. E in effetti Sgarbi precisa che “gli arresti segnalano una forza dello Stato rispetto alla mafia. Non sto dicendo che non ci sia il nemico, ma il nemico è battuto o piegato”. E per spiegare il successo della lotta alla mafia, tanto da potere dedicare all’organizzazione criminale addirittura un museo con consulenti come Ajala stesso o il giornalista Francesco La Licata, Sgarbi azzarda un paragone: “In Germania possono esserci, evidentemente, 10, 100, 1000 nazisti, ma non sono più al potere. Oggi il governo della Sicilia non è più un governo controllato dalla mafia. Come è possibile fare un museo sull’Olocausto ritengo sia possibile fare un museo sulla mafia”.
Ma così Sgarbi non finirà mica tra quei professionisti dell’antimafia che denigra tanto? “Ne sarei felice”, afferma. “Loro hanno avuto un tale vantaggio dalla loro azione che la mia posizione non retorica mi impedirà di diventarlo, sarò sempre un elemento contrastante”. Il primo cittadino cita chi ha coniato il termine: “A Leonardo Sciascia, che a differenza di altri che ne parlano ho conosciuto personalmente, ho dedicato il museo. E io non mi farò intimidire da qualsiasi forma di mafia e a maggior ragione da nessuna forma di antimafia”.

Di questi temi, in giro per Salemi, non se ne parla. Quando incontriamo i cittadini in una grigia domenica mattina, l’argomento di discussione preferito è la chiusura, per motivi di agibilità, dei locali della scuola elementare del centro storico. Questioni pratiche, decisioni impopolari. Anche se l’umore è tiepido, e nessuno comunque vuole sbilanciarsi nel giudizio sulla giunta Sgarbi (“È ancora presto per giudicare” è il commento ricorrente), tutto sommato l’attenzione dei media non infastidisce granché i salemitani. “La nostra città non ha mai avuto tanta pubblicità – racconta un anziano – e c’è stata una processione di turisti, giornalisti e curiosi, ma ne ha beneficiato solo qualche bar e ristorante”. I cittadini hanno anche notato volti noti affacciarsi più o meno mestamente: “Dopo Moratti, è venuto a Salemi anche Stefano D’Orazio dei Pooh, forse per vedere le case in vendita ad un euro”, racconta un cliente del bar della piazza principale. L’idea di recuperare le abitazioni del centro storico abbandonate dopo il terremoto del ’68 è stata sicuramente quella che ha destato più clamore a livello nazionale, anche se dovrà fare i conti con vincoli paesaggistici e norme antisismiche che ridimensioneranno la portata dell’iniziativa. I cittadini intanto fanno i conti anche con l’ordinaria amministrazione: per alcuni le strade “non sono mai state così pulite”, per altri “la vita a Salemi è quella di sempre, e i marciapiedi sono sempre pieni di sporcizia ed erbacce”.
L’unico a parlare di mafia è un giovane insegnante di scuola elementare, che cita Virgilio: “Temo i greci anche quando portano doni, come ho spesso ripetuto durante la campagna elettorale. Quando troviamo personaggi ambigui come Giammarinaro seduti al fianco di certe figure istituzionali viene da pensare”. “Io ho il sospetto – afferma – che la candidatura di Sgarbi sia stata strumentale. Quando la mafia veste i panni dell’antimafia assistiamo a un’operazione di alto riciclaggio politico”.
Prima di partire, incontriamo due adolescenti appoggiati ad un motorino. “In effetti, con tutta questa pubblicità, la città è più viva, c’è più movimento: Salemi si è ripresa dagli anni bui”, ci dicono. A pochi metri di distanza chiediamo ad una ragazza appena uscita dalla messa se la pensa alla stessa maniera: “Per convincerci a restare serve il lavoro – ammette – perché i riflettori oggi ci sono, domani chissà”.

MARCO RIZZO

20 aprile 2009

Peppino Impastato: primi incontri e altro ancora



Innanzitutto vi segnalo la recensione su Lo Spazio Bianco. Il mai troppo lodato (da me) Davide Occhicone ha letto la storia in anteprima e ha prodotto una lunga recensione/anteprima/dietro le quinte/intervista. La trovate a questo link, con un attacco che ho adorato: "Quasi mai i volumi dell'editore “Becco Giallo” hanno un lieto fine; in alcuni casi il vero lieto fine è il fatto stesso che i volumi siano pubblicati."

Dalla colonna di destra, che ha subito qualche piccolo aggiustamento, potete poi già sbirciare i prossimi incontri dove io con Lelio o solo soletto affronterò la presentazione del volume ai lettori.

Per chi ha problemi di vista, li elenco qui:

NAPOLI
venerdì 24-domenica 26 aprile stand Beccogiallo
venerdì ore 11:00: Auditorium Castel Sant'Elmo
Napoli Comicon, Castel Sant'Elmo
Mostra Espositiva

PALERMO
venerdì 8 maggio, ore 18.00
Libreria Feltrinelli, via Cavour 133

CINISI (PA)
sabato 9 maggio, ore 12.30
Forum Sociale Antimafia
con la partecipazione di Salvo Vitale

Sto avendo conferme di altri incontri in questi giorni. Senz'altro sarò al Salone del Libro di Torino e vorrei organizzare qualcosa a Trapani, mentre nella seconda metà del mese sarò in Veneto. Ovviamente i dettagli arriveranno nelle prossime settimane, quindi tenete d'occhio quella colonna, dove tra l'altro ho inserito qualche dato tecnico che mi viene chiesto di frequente (su tutti: "Ma quando esce?") e che sono certo mi verrà chiesto con uguale frequenza.

A proposito di segnalazioni, Peppino Impastato - Un giullare contro la mafia si trova adesso anche sul catalogo delle fumetterie del circuito Alastor, Mega, con tanto di menzione speciale. Il principio è lo stesso spiegato qui, e se non è chiaro... ordinatelo pure in libreria (Feltrinelli, Fnac o quello che è) e chi s'è visto s'è visto.

15 aprile 2009

Sciacalli a L'Aquila



Prendersela con Vauro è la dimostrazione che ai politici del nostro regime da operetta piace sparare sulla Croce rossa, cercando la strada facile. Invece che rispondere a chi chiede cosa sia andato storto e perché (a domande di questo tipo non si risponde, ormai c'è l'accusa standard di complottismo comunistofilo) viene azzoppata (per una puntata, forse di più) un'altra voce satirica nel servizio pubblico, grazie alla complicità di un nuovo direttore generale che dopo due settimane fa già perdere le speranze.
Io ho trovato personalmente più di cattivo gusto o quantomeno indelicata la battuta sui Camping da fine settimana, che non veniva da un comico (?) o le parole della biondina del Tg1 che piace tanto al Biscione. E ho trovato imbarazzante per l'Italia nel mondo l'inserimento di un comma sulle strutture antisismiche nella legge sul Piano Casa solo all'indomani della tragedia.
Forse sarebbe stato più sincero, da parte del MinCulPop di Palazzo Grazioli, far mettere alla porta direttamente Santoro con tutta la sua banda, ma questa azione (che durerà una puntata, o chissà) ha il sapore del contentino dato in pasto ai lupi per tenerli buoni, dell'azione "simbolica" su un capro espiatorio dopo che per tutta la puntata i servi del potere ospitati - secondo le regole del contraddittorio - non hanno avuto la capacità di controbattere alle osservazioni ovvie.

I veri sciacalli sono quelli che cercano di approfittare della triste, tragica, evitabile faccenda del terremoto in Abruzzo per criticare chiunque ne parli in maniera obiettiva, senza lasciarsi prendere dalla commozione e analizzando con ragionevolezza quali sono le cause. Non per amor di polemica, confido: ma semplicemente perché è improponibile che in un paese del G7 un ospedale nuovo di zecca e il palazzo che rappresenta il governo non crollino perché non a norma. E se si conoscessero le cause di queste malefatte, magari tra qualche anno non dovremmo trovarci a piangere i morti e osannare gli eroi, cose giuste e sacrosante, ma appunto evitabili.

Per inciso, ho trovato questi degli esempi di pessimo giornalismo...



...e non questo, che invece invito ad ascoltare per intero anche a chi trova antipatico Travaglio (magari senza averlo mai ascoltato o letto):



Domani quella di Annozero sarà una puntata interessante.

10 aprile 2009

Sto qui...



Perché, vabe', è una tradizione, che palle ogni anno sempre la stessa, minchia sempre le stesse facce, e ora dove vado a pisciare?, talé c'è quella mia compagna delle medie, minchia quanto sei ingrassato, ma stanno u porti u popolo?, già mi fa male a schina, ma quando ce ne torniamo a casa?, ma una birra non ce la prendiamo?, però il sepolcro fa sempre impressione, guarda chi c'è che suona, io non sono credente però sono troppo belli, certo che di notte e tutta un'altra cosa, bella st'occasione per rivederci tutti, buonanotte.

Peppino Impastato: la copertina

Ed ecco finalmente la versione definitiva della cover, ovviamente opera del Bonaccorso!