31 marzo 2009

Peppino Impastato in mostra a Napoli



Per la precisione al primo piano di Castel Sant'Elmo, lo stesso splendido edificio dove si svolgerà anche quest'anno Napoli Comicon, e durante gli stessi giorni della fiera, dal 24 al 25 aprile.
Come vi anticipavo, il libro uscirà in anteprima in occasione della mostra partenopea, appuntamento a cui sono affezionato anche da prima della vittoria con Ilaria Alpi. Durante la fiera, dunque, potrete ammirare anche le tavole di Lelio Bonaccorso, in una mostra che è affiancata da quella del "compare" Claudio Stassi e da un'altra sul fumetto su Don Giuseppe Diana.
La mattina di venerdì, inoltre, io e Lelio dovremmo incontrare delle scolaresche per parlare di legalità e mafia. Fatemi un grosso in bocca al lupo...


19 marzo 2009

Peppino Impastato su Anteprima



Per chi segue questo blog per motivi diversi dai fumetti (sì, dico a te), Anteprima è uno dei due cataloghi destinati alle fumetterie italiane, su uno dei due circuiti di distribuzione, ossia Pan (l'altro catalogo è Mega, per il circuito Alastor, dove Peppino Impastato verrà segnalato il prossimo mese). Se a maggio non volete attendere le librerie di varia, o temete di non riuscire a trovare il suddetto volume e volete andare sul sicuro, recatevi in una fumetteria, sfogliate il numero 211 di Anteprima e indicategli il riquadro in alto a sinistra di pagina 84, e controllate che il fumettivendolo abbia segnato tra gli ordini questo volume. A proposito, ecco le specifiche tecniche: 15x21, brossurato, 128 pagine, bianco e nero, 14 €.
(La copertina non è quella definitiva)

Poveretto

Non gli vogliono dare pace. Lui ci tiene a mettere all'erta gli amici, ma ormai non ci si può fidare più di nessuno.

Ma Silvio, se vuoi puoi andare riposarti. Magari in una delle tue tante ville. E in eterno, magari.

17 marzo 2009

Peppino Impastato su Max

Con una certa cautela, prosegue la campagna promozionale/informativa su Peppino Impastato - un giullare contro la mafia. Chi lo avrebbe mai detto che sul sito di Max si sarebbe parlato del nostro fumetto? E chi lo avrebbe mai potuto dire a Peppino? ;)

Grazie all'amico Alessandro Trevisani per il bel pezzo e per l'attenzione al progetto.

Intanto la sceneggiatura è finita, i disegni e i redazionali quasi, e le iniziative per il lancio cominciano a delinearsi. Restate sintonizzati.

13 marzo 2009

I paradossi temporali del mondo dell'editoria

Questo mese, in fumetteria, potete trovare tre albi tradotti dal sottoscritto. Per gli strani paradossi temporali del mondo dell'editoria, è roba su cui ho lavorato tra ottobre e dicembre, che coincide con tre momenti diversi di questi ultimi, convulsi mesi... e si ritrova a uscire tutta nell'arco di trenta giorni.

Lanterna Verde 1, contiene i primi capitoli della fighissima saga di Johns & Reis Secret Origins, che da quanto ne so è la principale fonte di ispirazione per il nuovo adattamento del personaggio. Se non ricordo male, è l'ultima traduzione che ho fatto per i tipi della Magic Press(potrei confondermi con Il Corpo delle Lanterne Verdi vol.4, che mi pare di capire sia stato rimandato).



Con due settimane di anticipo rispetto a quanto annunciato è arrivato in fumetteria Silver Surfer Omnibus, di cui vi ho già parlato. Si tratta della mia prima traduzione per Panini (mi sono occupato di 15 episodi su 20, gli altri sono stati tradotti dal mitico Luca Scatasta e i redazionali da Luigi Mutti), e non è l'ultima.



Insieme a Bodcount di Eastman/Bisley (che ho impaginato e letterato), è arrivato sugli scaffali anche il nuovo volume di Invincible, uno dei fumetti di supereroi più brillanti e divertenti degli ultimi 10 anni. Questa è la prima traduzione che ho consegnato per Edizioni BD dopo l'ingresso in redazione.



Ovviamente, tutti e tre gli albi sono stra-consigliati, a prescindere dalla presenza del mio nome, in piccolo, da qualche parte.

8 marzo 2009

Who films the unfilmable?



Vale sempre il principio che quando valuto un film del genere, il parametro su cui faccio più affidamento è: emozione/divertimento. Pur cercando di non avere preconcetti, non mi aspetto, in generale, capolavori della cinematografia (e lo anticipo, senz’altro questo non è un capolavoro).
La fedeltà al materiale originale conta relativamente poco. Ma nel caso di Watchmen, a differenza che con Iron Man o l’Uomo Ragno, gli sceneggiatori non si sono trovati a dover riscrivere una storia partendo da elementi disseminati (e a volte rimaneggiati) nel corso di decenni, ma hanno dovuto ridurre un racconto molto lungo, tra l’altro adattandolo ai ritmi cinematografici e alle caratteristiche del mezzo. In questo caso, poi, il fumetto è così perfetto, e l’affezione è tanto grande, che i rimaneggiamenti vengono chiaramente osservati con più attenzione. Parliamoci chiaro (soprattutto con chi non legge fumetti o li legge distrattamente): Watchmen è il Sacro Graal del fumetto occidentale, è la Divina Commedia della narrativa a fumetti americana. Insieme alla prima apparizione di Superman e alla creazione dei Fantastici Quattro, è l’unica altra tappa fondamentale nella storia del genere supereroistico a cui fare riferimento parlando di un “prima e dopo”. Parliamoci chiaro, sono sempre più convinto che Moore abbia attinto agli spunti precedentemente lasciati da Stan Lee su Amazing Spider-Man, da O’Neil su Green Lantern/Green Arrow, da Miller su Daredevil e da Gruenwald su Squadron Supreme (limitandoci alle sole probabili influenze fumettistiche), ma il lavoro di decostruzione e ricostruzione dell’archetipo, tra l’altro ripercorrendo la storia del fumetto con i parallelismi con Golden Age, Silver Age e Bronze Age, è ad oggi fondamentale.

Forse è per questo che sono rimasto ancora più favorevolmente colpito dal film di Snyder. Forse è puro rispetto e amore, forse è un po’ timore reverenziale, forse è dovuto al coinvolgimento del disegnatore Gibbons, ma la somiglianza delle scene, il recupero dei dialoghi, la ricostruzione del set-up tramite rimandi non facili, mi hanno fatto solo piacere. L’unica grande modifica alla storia originale (quella nel finale, per intenderci) è perfettamente coerente con quella necessità di semplificazione per il medium di cui sopra. Sia per non dovere appesantire il film con un’altra sottotrama (quella degli scienziati che costruiscono l’arma finale), sia per rendere più immediata la comprensione del piano del villain. Stesso motivo per cui sono state tolte, anche se forse appariranno nella director’s cut, tutte quelle sottotrame di vite ordinarie, contrapposte a quelle straordinarie dei supereroi, che costellano l’opera originale. Quello, a mio avviso, è uno dei due fondamentali “inserti realistici” nel contesto supereroistico operato in Watchmen. L’altro, sempre ovviamente semplificando, è nella caratterizzazione degli eroi, e direi che qui Snyder è riuscito nel suo intento, costruendo per una volta sui sentimenti e le fallibilità tutta la trama, non rifuggendo dalla spettacolarità. Cosa che del resto a Moore e Gibbons riusciva anche per la natura stessa del mezzo fumetto, per la capacità di decidere il ritmo di lettura, per il maggiore spazio a disposizione, per la resa finale di quelle scene in quadricromia. Credo infatti che l’unica cosa che mi abbia dato “fastidio” sia come lo “straordinario” finisce per invadere il realistico, mentre nel fumetto succede il contrario: le tecnologie del Gufo Notturno, le acrobazie di Spettro di Seta, sono elementi che sfogliando il fumetto vengono considerate quasi scontate, mentre viste in carne ed ossa hanno l’effetto opposto, rimarcando il contrasto con il setting realistico così accuratamente ricostruito. Ma ripeto, dipende dalla differenza di percezione tra quello che si vede (e si è abituati a vedere) in un albo e al cinema.
E passi anche la semplificazione dei sentimenti, degli stati d’animo e del passato dei personaggi (ad esempio il rapporto tra Laurie e il Comico, la vita da fallito del Gufo), visto che - almeno per il sottoscritto - il risultato finale è stato comunque emozionante. E guardando il film con tale attenzione, non si può dire che l’emozione fosse dovuta solo a un certo coinvolgimento nerd. Scene come il funerale del Comico, lo stupro, l’intervista a Doc Manhattan non possono lasciare indifferenti.

Altri tre punti a favore del film: la scelta del cast, la crudezza e la colonna sonora. Il primo permette allo spettatore di non distrarsi con volti noti ma di guardare “i personaggi” in sé. Sarà stata una scelta dovuta al budget, ma non posso che approvare viste le ottime prove degli interpreti (Rorschach su tutti). Quanto alla dose di violenza e nudità, è già significativo che si sia tentato di realizzare un film che le major forse ancora considerano ancora l’ennesimo superhero-blockbuster con il livello di censura “R” in USA (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati). È stato un grande gesto di rispetto verso le decisioni del regista e ci ha permesso di vedere sesso e violenza non edulcorati. Riguardo alle musiche, come si fa a non amare questa colonna sonora?

1. Desolation Row (My Chemical Romance)
2. Unforgettable (Nat King Cole)
3. The Times They Are A-Changin' (Bob Dylan)
4. The Sound Of Silence (Simon & Garfunkel)
5. Me & Bobby McGee (Janis Joplin)
6. I'm Your Boogie Man (KC & The Sunshine Band)
7. You're My Thrill (Billie Holiday)
8. Pruit Igoe & Prophecies (Philip Glass)
9. Hallelujah (Leonard Cohen)
10. All Along The Watchtower (Jimi Hendrix)
11. Ride of the Valkyries (Budapest Symphony Orchestra)
12. Pirate Jenny (Nina Simone)

Ok, magari Snyder è stato furbo e ha scelto delle canzoni rimaste nella storia recente non solo per caratterizzare i periodi storici (o per citare Apocalypse Now) ma anche perché sapeva che sarebbe stato difficile scontentare il pubblico. Però, cazzo, l’effetto c’è.

A conti fatti, questa è una recensione di parte, scritta da uno che ama i fumetti, e ama in particolare quel fumetto e quelli che ne sono derivati. Non so nemmeno dirvi qual è stata la reazione del pubblico intorno a me. Siamo andati in sala alla prima, di venerdì, abbiamo preso il biglietto giovedì e ci siamo presentati al cinema con mezz’ora d’anticipo... ma in tutta la sala eravamo in 7. Magari lo spettatore occasionale si aspettava un altro Iron Man, o un altro Dark Knight... e si è trovato dentro un film carico di cinismo, violenza e satira sociale, spettacolare sì, ma che turba. Non è ai livelli del fumetto, va bene... magari non vi ho convinto con quello che dicevo prima sulla necessità degli adattamenti. Sì, mancano certe atmosfere da fine del mondo, il setting poteva essere espresso meglio che inserendo le comparsate di Bowie, JFK, Warhol e Capote (eppure i titoli di testa sono eccezionali). E tu, spettatore che non hai letto il fumetto, non sai niente di come funziona maschera di Rorschach. Allora, basta andare il libreria e acquistare il volume in una delle tante edizioni disponibili, o recuperarlo dallo scaffale se lo possedete già. Poi basta mettersi sul divano e leggerlo in religioso silenzio: non c’è director’s cut che tenga.

5 marzo 2009

Vivo sono

Oh, nessun problema. Non sono rimasto a vagare in quel di Mantova, tra paludi puzzolenti e distese di letame. Sono tornato dopo una fiera che definire intensa è poco, passata tra la sala conferenze e lo stand. Soddisfatto, sì. Soddisfatto per le conferenze (specie per quella con Roberto Recchioni, che mi è valso i complimenti e la stretta di mano di un signore uguale-uguale a Sergio Bonelli). Soddisfatto per la compagnia, per la gente ritrovata (ciao Carletto) e conosciuta. Un po' deluso dalla persona Loeb, condivido le cose scritte da Roberto. In effetti negli scorsi anni ci è andata sempre bene, quest'anno è capitato qualcuno un po' meno amabile. Le conferenze, anche se sono state meno degli anni precedenti, credo siano state più intense. Metteteci in più arrivo e partenza da Torino con scatoloni al seguito, e capite perchè sono stato abbastanza devastato in questi giorni. Prossimamente qui e/o su Facebook foto e disegnini raccolti (due, ma che disegnini!). Grazie ancora una volta a Sara, Franz, e tutti i giovini dello staff per il supporto e l'accoglienza.



Nella foto: il sottoscritto mentre assiste a un momento poco vivace del Comicus Prize, al mio fianco Snoopy Dogg, alle sue spalle si scorge la pelata del Mun@, dietro di me invece si intravede un minaccioso Giulio Cesare Cuccolini.