Autorità portuale, minacce di chiusura
Politici uniti contro lo scioglimento
Ieri pomeriggio un corteo di cittadini trapanesi e una raccolta firme per protestare contro la scelta di Bianchi. Lo scorso 29 agosto il Consiglio provinciale aveva firmato un'istanza per il mantenimento dell'Ente. Intesa bipartisan tra gli schieramenti contro il dicastero: "Citati dati errati, c'è una 'congiura' da parte di qualcuno che non vede di buon occhio la struttura"
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Nuova bufera sui dati di transito. “Il Ministero ha chiesto questi dati alla Capitaneria di porto e non all’Autorità, perché quest’ultima tardava a comunicarli – chiarisce il consigliere provinciale della Margherita Pietro Savona – Le cifre riferite erano inaffidabili e approssimate, e il ritardo da parte dell’Autorità nel fornirle prima sottolinea ancora una volta la cattiva gestione dell’ente. Come centrosinistra ci stiamo muovendo presso il ministero per cercare di salvare l’istituzione, anche con un disegno di legge che rivede le quote richieste. È assurdo, ad esempio, che nel traffico non vengano contati i passeggeri”. Il centrosinistra ha cambiato idea sulla vicenda dell'Autorità Portuale, di cui aveva chiesto il commissariamento quando scoppiò il "caso Agate"? "No, - replica - la gestione è un'altra cosa. Noi vogliamo che l'ente rimanga". Savona in consiglio provinciale aveva parlato di una “congiura”: “Ci sono ambienti palermitani che vogliono gestire gli interessi del porto di Trapani, e forse la cosa farebbe gola anche a qualche imprenditore trapanese,” accusa l'esponente diellino. Gli fa eco il consigliere Giuseppe Carpinteri, Udc: “Bisogna avere dei riscontri, per poter dire certe cose. È provato che ci siano stati errori nella trasmissione dei dati, ma i sospetti sul fatto che qualcuno non vede di buon occhio l’ente ci sono”. E a chi accusa il presidente della
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Un’unica Autorità per la provincia. Un’altra proposta ventilata negli scorsi mesi specie da parte del centrodestra (che ne chiese la progettazione al Presidente D’Alì) è stata quella dell’Autorità di sistema, che comprendesse i maggiori porti della provincia. Per Savona, “è fattibile se gli altri porti si vedono tutelati nei loro interessi e rappresentati”. Per Carpinteri, è naturale che rispetto a Trapani gli altri approdi abbiano un minimo ruolo di subalternità, “ma sarebbe una dipendenza meno dolorosa per la provincia rispetto alla dipendenza dal capoluogo di regione, Palermo”, come avverrebbe nel caso dello scioglimento dell’ente trapanese.
Gli altri problemi del porto. Per riprendere i lavori al porto, intanto, il Ministero delle infrastrutture ha nominato un consulente e ha avviato le pratiche per la valutazione dell'impatto ambientale, viste le dure critiche degli ambientalisti ai recenti lavori di smaltimento di alcuni fanghi inquinanti. E mentre prosegue l'inchiesta della magistratura, se l'esistenza dell'ente si basasse su dati non veri ricorda che molti cittadini chiederanno di mantere ugualmente l'ente, mentre carpinteri afferma che "allora andrebbe sciolto. Ma sarebbe una grossa perdita".
Marco Rizzo (11 settembre 2007)
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