Primo. Chiunque ha il diritto di criticare le opinioni di un uomo di Chiesa.
Secondo. Un uomo di Chiesa ha il pieno diritto di esprimere le sue opinioni in campo teologico e morale, anche se per caso sono in contrasto con le leggi dello Stato.
Terzo. Sino a che gli appelli dell’uomo di Chiesa non contrastano con le leggi dello Stato o con processi politici in corso (approvazione di una legge, referendum, elezioni) ma riguardano, che so, la proibizione del sesso prematrimoniale, o l’obbligo della messa domenicale, coloro che non condividono questi appelli farebbero bene a starsene zitti perché la faccenda non li riguarda.
Quarto. Quando l’appello dell’uomo di Chiesa critica una legge dello Stato o interferisce con un processo politico in corso, allora, sia che voglia sia che non voglia, l’uomo di Chiesa diventa anche un soggetto politico e dovrebbe accettare il rischio di incorrere in contestazione di ordine politico.
Ho trovato questo brillante corsivo a firma di Umberto Eco su un "Sillabario" di qualche giorno fa su Repubblica. Lo sottoscrivo in pieno e ve lo ripropongo.
1 commenti:
Piluccando nel tuo blog, leggo approvo e sottoscrivo .. ivo... ivo...ivo ....vo...o..o
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