Visto e gradito 300. Vi dirò la verità, in un videoclipparo come Snyder non avevo molta fiducia, e il rischio "fumettone senza anima" era dietro l'angolo. L'approccio pseudo autoriale dichiarato all'inizio, poi, mi ha fatto pensare che l'opera non sarebbe stata diffusa granché nelle sale. Invece le polemiche ad hoc hanno spinto il film in Usa, visto da chi voleva criticarlo e da chi voleva identificarcisi, facendolo schizzare in cima al botteghino, nonostante un approccio sui generis e degli attori sconosciuti (ma tremendamente somiglianti alle contorparti cartacee). E anche in Italia, quindi, abbiamo potuto vederlo. E meno male. Perché 300 è una gioia per gli occhi,una scarica di adrenalina, un esempio di come il computer e il famigerato "schermo verde" possano portare ad un'ottima fotografia che da sola vale tre quarti del film. Sin City lo aveva già dimostrato, d'altronde. E come Sin City, 300 è assolutamente sopra le righe, un film da non prendere sul serio, senza vederci chissà quale oscuro disegno plagiatore, ma che come tutte le produzioni di Miller da DKR è una provocazione continua, l'esacerbare tutte le caratteristiche di un genere (il peplum, in questo caso), con buoni e cattivi divisi come il bianco e nero. E si spiegano con facilità gli inserti "fantasy", che per certi versi non mancavano neppure in Erodoto, e che sottolineano ancora di più l'esotismo dei persiani. Inevitabile qualche risatina, grazie alle scene di tensione omoerotica sparse (a mio parere volutamente) e ad una scena che da sola risponde a tutti coloro che ritengono che questo film è un'apologia della violenza e della strategia di guerra americana: Mentre Leonida si appella alla civiltà, il suo secondo scanna gli ultimi sopravvissuti, concordando sulla necessità di essere civili...
Non prendete troppo sul serio questo film, godetevelo e basta.
Non prendete troppo sul serio questo film, godetevelo e basta.