“Avevamo appena calato le reti in una zona che non avevamo mai battuto prima. Ci siamo impigliati, il nostro peschereccio, il ‘Capitan Ciccio’, non riusciva ad andare avanti. Strattonando la rete, e poi riportandola a bordo, ci siamo accorti che era rimasta impigliata una gamba di bronzo. E la gamba era stata staccata da poco…” Il capitano Francesco Adragna racconta con grande passione una storia che avrà già ripetuto chissà quante volte. La prima, davanti agli uomini della soprintendenza: “Abbiamo dato le coordinate a chi di dovere, con la rete non saremmo stati in grado di recuperare il resto della statua, o almeno pensavamo”. Ma i mesi e le settimane passavano, e l’ente si muoveva lentamente.
Adragna sobbalzò quando vide, in una trasmissione televisiva, un sommergibile americano a caccia di reperti greci e romani nel Mediterraneo. “Piuttosto che farlo rubare, sano, agli americani, preferivamo prendercelo noi, rotto”. La ‘Capitan Ciccio’ ritornò su quelle coordinate, facendo diversi tentativi con la rete. Finalmente, quando la speranza stava per essere persa, la rete aveva “insaccato” un corpo bronzeo ed elegante. L’immagine di “quel volto bellissimo, rivolto verso l’alto”, è una visione indimenticabile per Ciccio Adragna. Purtroppo, durante il recupero l’unico braccio superstite si ruppe e risprofondò nel mare, irrecuperabile.
Il capitano, che ha venduto il vecchio peschereccio e ha chiamato la nuova imbarcazione ‘Prassitele’, come lo scultore del Satiro, ha raccontato la sua storia in un libro, ‘I mille volti del Satiro’. “Racconto tutto, anche la mia vicenda giudiziaria: in sette anni ho ricevuto due avvisi di garanzia, poi decaduti probabilmente – prosegue – perché si sono accorti che ci siamo comportati correttamente. Infatti a suo tempo io ho segnalato le coordinate, ho avvisato le autorità e ho denunciato i ritrovamenti”.
Cosa prova adesso, il Capitano, a vedere quella statua girare il mondo come una star? “È come vedere il proprio figlio crescere e camminare con le proprie gambe. Lo sento quasi ‘mio’. Pensi cosa ha significato quel ritrovamento per me, un povero ‘marinaro sturduto’ affascinato dalla mitologia sin dalle elementari”.
Adragna sobbalzò quando vide, in una trasmissione televisiva, un sommergibile americano a caccia di reperti greci e romani nel Mediterraneo. “Piuttosto che farlo rubare, sano, agli americani, preferivamo prendercelo noi, rotto”. La ‘Capitan Ciccio’ ritornò su quelle coordinate, facendo diversi tentativi con la rete. Finalmente, quando la speranza stava per essere persa, la rete aveva “insaccato” un corpo bronzeo ed elegante. L’immagine di “quel volto bellissimo, rivolto verso l’alto”, è una visione indimenticabile per Ciccio Adragna. Purtroppo, durante il recupero l’unico braccio superstite si ruppe e risprofondò nel mare, irrecuperabile.
Il capitano, che ha venduto il vecchio peschereccio e ha chiamato la nuova imbarcazione ‘Prassitele’, come lo scultore del Satiro, ha raccontato la sua storia in un libro, ‘I mille volti del Satiro’. “Racconto tutto, anche la mia vicenda giudiziaria: in sette anni ho ricevuto due avvisi di garanzia, poi decaduti probabilmente – prosegue – perché si sono accorti che ci siamo comportati correttamente. Infatti a suo tempo io ho segnalato le coordinate, ho avvisato le autorità e ho denunciato i ritrovamenti”.
Cosa prova adesso, il Capitano, a vedere quella statua girare il mondo come una star? “È come vedere il proprio figlio crescere e camminare con le proprie gambe. Lo sento quasi ‘mio’. Pensi cosa ha significato quel ritrovamento per me, un povero ‘marinaro sturduto’ affascinato dalla mitologia sin dalle elementari”.
(da Ateneonline)
2 commenti:
meraviglioso! questa cosa è degna del primo episodio di MM! Se fossimo in bonelli, il satiro sarebbe un reperto Atlatideo. Non ne sapevo la storia esatta, ma così è ancora più affascinante.
Il satiro l'ho visto, ma la storia non la conoscevo. Bellissima.
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