Il Caimano non è un film su Berlusconi, o almeno, lo è in parte.
E' un film sull'abbandono, la crisi della famiglia, la crisi del cinema nostrano, l'Italia moderna e quella dei furbi. C'è un grandissimo Silvio Orlando, produttore cinematografico di serie Z fallito nella vita e nella carriera, c'è una particina per Michele Placido, che quando si prende in giro, come in Liberate i pesci, è sempre grandioso, c'è lo stesso Moretti che parodizza una certa sinistra per poi convincersi (e convincere) nel finale.
Nella prima parte si ride spesso, per le caratterizzazioni sopra le righe di certi personaggi, poi mano a mano arriva la malinconia, mentre il quadro intorno al protagonista si delinea, mentre la scalata al potere di Berlusconi, raccontata parallelamente, ci mostra il declino del paese, il suo cambiamento, il suo passaggio a logiche consumiste, materialiste, non solidali, non democratiche.
Berlusconi è un pretesto per unire la vita del protagonista, che deve fare un film su di lui, a quella dei personaggi di contorno, ma è anche un pretesto per alcuni dialoghi sul declino della politica, sulla riabilitazione dei furbetti, sui misteri dell'Italia degli ultimi 20 anni legati al Biscione.
Non c'è da scandalizzarsi: quello che viene rappresentato intorno a Berlusconi, quello che viene recitato dall'attore (anzi dagli attori!) che lo rappresenta egregiamente, e anche i pochi inserti documentaristici, è la sacrosanta verità che tutti conosciamo.
Il problema è che chi vede un film come questo (o come Viva Zapatero, o come La Mafia Bianca) sa già da che parte voterà. Non sposterà un voto. Se la casalinga di Voghera lo vedesse, forse, potrebbe non votare Berlusconi, il 9 aprile.
Ma la sua vera forza elettorale non sono gli ignoranti. L'ignoranza, con un certo sforzo, si può cambiare. Il problema sono i furbi. I piccoli criminali con i piccoli colletti bianchi. Sono le persone che sanno che votando Forza Italia, a livello macro, sapranno di avere condoni per abusivismi e evasioni fiscali, o agevolazioni sulle tasse di successione o in tribunale. A livello micro, chi sa di poter avere un posto assicurato alla Forestale, o una spinta nella corsia ospedaliera.
L'ignoranza è uno stato dell'essere, la furbizia è congenita.
Il problema è questo. La furbizia e la criminalità dell'Italietta delle barzellette elevata a politica ordinaria, incarnata da un massone, mafioso, arrogante e presuntuoso seduto sulla poltrona di Presidente del Consiglio.
3 commenti:
grande!
Marco, con questo post mi hai convinto ad entrare in un cinema dopo quattro anni che non ci vado.
r--
benissimo, Remo, ho fatto il mio dovere civico! :)
Aspetto il tuo commento al film!
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