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E' in tutte le fumetterie e in alcune librerie, da questa settimana, il volume antologico Alta Fedeltà volume 3, dove tra mostri sacri come Trondheim e Mignola, affermati italiani come Cajelli, Bertelé e Rosenzweig, c'è la storia breve "Bronte", scritta da me e disegnata dal buon Daniele Tomasi.
Al link qui sopra trovate un minisito dedicato alla storia, con alcuni retroscena inediti, schizzi preparatori e dietro le quinte, nonchè un pezzo sulle fonti scelte e altri aspetti delle vicende avvenute a Bronte nel 1860 che nella nostra storia a fumetti vengono solo accennati.
20 novembre 2004
19 novembre 2004
Ritratto con artigli
Questo è un disegnino fatto da una talentuosissima amica fumettista palermitana, che sono certo farà molto parlare di se in futuro. Lei, non il mio ritratto (anche se...).
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Marco Rizzo
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19:26
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Vitamia
15 novembre 2004
Tipologie umane e umanoidi: "Il Creativo"
Qualche giorno fa, ho avuto occasione di avere un faccia a faccia con una serie di Creativi. Il Creativo, da non confondersi con Cretino (e non è facile), è un tizio che si proclama tale ed ha conferma del suo status dal continuo riversarsi di denaro nelle sue tasche in cambio di nulla.
Il Creativo è solitamente brutto, bruttino. E' uno sfigato che ha trovato lo scopo della sua vita con un'attività redditizia e poco impegnativa. Si riscatta dalle prese in giro delle medie andando in giro con un abbigliamento che lo rende riconoscibile e che impone (almeno lui così crede) il rispetto della gente: solitamente jeans attillati, camicie sfolgoranti o monocrome pastello, giacche improbabili e cravatte slacciate. Ha degli occhiali dai colori improbabili, le montature di ampiezza variabile: vedere attraverso quelle lenti è un continuo trip. Ha la barba incolta, i capelli scombinati, se non coperti da qualche insolito copricapo. Basette, pizzo o barba hanno combinazioni fantascientifiche sul suo viso. Ha delle scarpe vecchie, consumate, riesumate dal guardaroba del liceo, l'unica cosa vecchia (ma comunque di marca) del suo abbigliamento. Guida una Smart, o tutt'al più una Mini. Di certo niente di Big o Over. Ma scendiamo nei dettagli. Il Creativo fa un lavoro a suo dire faticoso e fondamentale per la società. E' un lavoro dal nome solitamente anglofono, lungo e di recente invenzione. Copywriter, Press Officer, Graphic Chief, sono gli esempi più banali. Chiedete, pagate, e avrete una preziosa relazione infarcita di belle parole, oppure un logo banalissimo ma arricchito da teorie quasi zen sulla comprensibilità del messaggio. Il creativo ha le unghia pulite pulite, ma si fa chiamare "operaio", "braccio" o altre cose che secondo la sua etica post liberal radical chic innalzerebbero il valore della sua professione.
Anche voi potreste incontrare un creativo. Anzi, potreste incontrarne una stupefacente varietà, in branchi di decine di esemplari, nei raduni chiamati "l'ape" o più esplicitamente "l'aperitivo", verso le 19:00, 19:30, nei locali più in della città. Quei locali dove la gente è sempre impettita, profumata e disposta a dare mance più care del piattino di pasta nouvelle cusine .
Il Creativo è solitamente brutto, bruttino. E' uno sfigato che ha trovato lo scopo della sua vita con un'attività redditizia e poco impegnativa. Si riscatta dalle prese in giro delle medie andando in giro con un abbigliamento che lo rende riconoscibile e che impone (almeno lui così crede) il rispetto della gente: solitamente jeans attillati, camicie sfolgoranti o monocrome pastello, giacche improbabili e cravatte slacciate. Ha degli occhiali dai colori improbabili, le montature di ampiezza variabile: vedere attraverso quelle lenti è un continuo trip. Ha la barba incolta, i capelli scombinati, se non coperti da qualche insolito copricapo. Basette, pizzo o barba hanno combinazioni fantascientifiche sul suo viso. Ha delle scarpe vecchie, consumate, riesumate dal guardaroba del liceo, l'unica cosa vecchia (ma comunque di marca) del suo abbigliamento. Guida una Smart, o tutt'al più una Mini. Di certo niente di Big o Over. Ma scendiamo nei dettagli. Il Creativo fa un lavoro a suo dire faticoso e fondamentale per la società. E' un lavoro dal nome solitamente anglofono, lungo e di recente invenzione. Copywriter, Press Officer, Graphic Chief, sono gli esempi più banali. Chiedete, pagate, e avrete una preziosa relazione infarcita di belle parole, oppure un logo banalissimo ma arricchito da teorie quasi zen sulla comprensibilità del messaggio. Il creativo ha le unghia pulite pulite, ma si fa chiamare "operaio", "braccio" o altre cose che secondo la sua etica post liberal radical chic innalzerebbero il valore della sua professione.
Anche voi potreste incontrare un creativo. Anzi, potreste incontrarne una stupefacente varietà, in branchi di decine di esemplari, nei raduni chiamati "l'ape" o più esplicitamente "l'aperitivo", verso le 19:00, 19:30, nei locali più in della città. Quei locali dove la gente è sempre impettita, profumata e disposta a dare mance più care del piattino di pasta nouvelle cusine .
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Marco Rizzo
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Vitamia
10 novembre 2004
E' come risvegliarsi da un coma...
...tornare dopo 13 giorni fuori dal mondo. I primi 5 intensivamente vissuti da nerd con i preparativi per la fiera di Lucca e i 4, intensissimi, pienissimi giorni allo stand e in giro. Giorni stancanti, ma fruttuosi dal punto di vista lavorativo. Ho visto sulla stampa il volume su Kirby, 12 e Alta Fedeltà vol.3, con Bronte. Ho reincontrato tanti cari amici e conosciuti di nuovi. I giorni successivi hanno visto me e il buon Daniele Tomasi on the Road. Un viaggetto su e giù per l'Italia, con altri incontri, piccole avventure e aneddoti, tanto brainstorming e cibo sconsigliato. Un piccolo reportage fotografico, in particolare dalle date lucchesi, QUA.
Sono tornato ieri e sono ancora stanchino, anche perchè ho passato la giornata a riprendere le fila della mia vita e del lavoro (avendo arretrato tanto!) e per riambientarmi in questo nuovo mondo dove Arafat è morto (?), Bush è ancora saldamente al suo posto, Berlusconi parla finalmente di rimpasti e non abbassa le tasse, molti miei amici hanno ripreso l'università e sopratutto io, finalmente, ho sulle librerie di una manciata di italiani della roba su cui ho sudato tanto, tanto, tanto.
Sono tornato ieri e sono ancora stanchino, anche perchè ho passato la giornata a riprendere le fila della mia vita e del lavoro (avendo arretrato tanto!) e per riambientarmi in questo nuovo mondo dove Arafat è morto (?), Bush è ancora saldamente al suo posto, Berlusconi parla finalmente di rimpasti e non abbassa le tasse, molti miei amici hanno ripreso l'università e sopratutto io, finalmente, ho sulle librerie di una manciata di italiani della roba su cui ho sudato tanto, tanto, tanto.
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Marco Rizzo
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Vitamia
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