Seguo con molta attenzione ogni pubblicazione di Joe Sacco. Palestina è uno dei miei fumetti preferiti, e la sua produzione era stato al centro della mia tesi di laurea. E poi, è certamente un maestro e un esempio non solo per chi fa giornalismo a fumetti, ma per chi fa giornalismo e per chi fa fumetti. Gli amici de LoSpazioBianco mi hanno chiesto un contributo a proposito dell'ultimo capolavoro di Joe, Footnotes from Gaza (Gaza, 1956 - Note a margine dalla storia, edito in Italia da Mondadori).
Lo trovate a questo link.
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E anche se i libri sottacciono i fatti del ’56 che Sacco vuole portare alla luce, questa storia apparentemente minuscola non lo è, sia per la portata della tragedia, sia per il metodo. Un metodo crudele: incursioni, rastrellamenti, fucilazioni e bastonate verso prigionieri civili, senza speranze di fuga e con la faccia al muro. E documenti ufficiali appositamente distorti, fredde spiegazioni che parlano di obiettivi da colpire nel mucchio o sommosse da mitigare. Fatti che ricordano cosa successo solo pochi anni prima agli stessi ebrei, da altre parti del mondo, per mano di altri carnefici.