24 aprile 2010

Un appello per Ilaria e Miran

Ricevo e rigiro molto volentieri, invitandovi a firmare:

COMUNICATO STAMPA

VERITA’ E GIUSTIZIA PER ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

“Noi vogliamo verità e giustizia, noi chiediamo verità e giustizia”. A sedici anni dalla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l’operatore del Tg3 Rai uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, l’Associazione Ilaria Alpi lancia un appello al Presidente della Repubblica, alla magistratura, alla politica e a tutti gli italiani per individuare i mandanti e gli esecutori del duplice omicidio.

L’appello è stato lanciato al Festival internazionale di giornalismo in corso a Perugia. LO SI PUÒ FIRMARE presso la Sala stampa-Hotel Brufani (piazza Italia 12 Perugia) e sul sito http://www.premioilariaalpi.it/verità-e-giustizia-per-ilaria-e-miran.htm.

“Dopo sedici anni, lunghissimi e dolorosi – si legge nell’appello dell’Associazione - si sa quasi tutto di quel che accadde quella domenica di marzo e perché. Si sa che fu un’esecuzione, come ha scritto lo scorso 17 marzo, il Gip Emanuele Cersosimo del Tribunale di Roma nel respingere la richiesta di archiviazione: “un omicidio su commissione, organizzato per impedire che le notizie raccolte da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin su traffici di armi e di rifiuti tossici, venissero portate a conoscenza dell’opinione pubblica”.

Le prove non mancano. Sono quelle “custodite” nei documenti e nelle testimonianze accumulate attraverso le inchieste della magistratura, quelle parlamentari e quelle giornalistiche.

Ma perché, si chiedono i firmatari dell’appello, non si è ancora arrivati a una verità giudiziaria? Chi non vuole la verità e perché?

“Noi - si legge nell’appello - chiediamo alla Magistratura di procedere nell’accertamento delle responsabilità, di individuare esecutori e mandanti. Noi chiediamo alla politica un impegno deciso affinché tutte le verità connesse al duplice omicidio vengano alla luce.

Noi chiediamo al Presidente della Repubblica di farsi garante nei confronti dei familiari e di tutto il Paese che vogliono e hanno diritto ad avere verità e giustizia”.

Inviati in Somalia per seguire la guerra che stava insanguinando il paese africano e le operazioni militari realizzate dagli Usa con l’appoggio dei Paesi alleati, fra cui l’Italia, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin probabilmente avevano scoperto inquietanti traffici internazionali: armi ai “signori della guerra” somali in cambio di terre per lo smaltimento di rifiuti tossici. Un traffico che avrebbe coinvolto organizzazioni criminali come la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra. Il tutto con la copertura e la complicità di strutture di potere pubbliche e private.

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