Ci vuole una buona dose di incoscenza per partecipare ad una 24 Ore del fumetto, una delle maratone più incredibili mai sadicamente concepite dalla mente umana. Ho accettato con tanto entusiasmo e altrettanto rimorso mi ha tormentato nei mesi successivi. Ma l'affetto per Alberto Casiraghi e Ettore Gabrielli de Lo Spazio Bianco, nonché per Salvo di Marco della Scuola del Fumetto mi ha spinto a mantenere la parola data. La maratona è innanzitutto un gioco. E' anche una sfida con sé stessi, oltre che con gli altri che partecipano. E a Palermo è stata anche una rimpatriata tra amici, tra mostri sacri come Gianni Allegra e Giuseppe Franzella e giovani rampanti come Lelio Bonaccorso e Aurelio Mazzara. E in mezzo, io, Sergio, Claudio, e vari altri rappresentanti della "media guardia" del fumetto palermitano.
Sfortunatamente mi sono beccato un'influenza, con tosse, raffreddore e mal di testa annessi che se ha favorito il delirio necessario per immaginare una storia improvvisata, mi ha fiaccato fisicamente. Infatti, mi sono perso cinque ore della maratona per riposarmi a casa, per poi ritornare la mattina dopo a completare le mie 24 tavole. Il delirio, dicevo: i cazzeggiatori/fumettisti professionisti palermitani sono notoriamente avvezzi al cazzeggio. L'imitazione di Marco Masini da parte di Roberto Di Salvo è arrivato dunque già verso le 6 del pomeriggio, mentre le sigle dei cartoni giapponesi l'hanno fatta da padrone per l'intera mattinata di domenica.
Personalmente, quando necessitavo ci concentrazione mi mettevo i fidati Led Zeppelin e gli amati Wilco nel lettore Mp3 per proseguire nelle mie tavole, dove si trovano, nell'ordine:
- un tizio in tuta dal meccanico munito di maschera da sub e ombrello
- svariati dinosauri
- un orco
- uno zombie
- un semaforo
- un medico
Potete immaginare che elementi del genere possono uscire solo in una storia favorita dalla stanchezza, dalla febbre e dalla follia circostante.
Ma al di là del massacro fisico, resta un'esperienza bellissima. Quando è passata la stanchezza fisica, è rimasto solo il bel ricordo. Un grazie quindi agli organizzatori, ai partecipanti e ai pochi neuroni rimastimi.
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